Cultura Generale Ministri
Pop corn Pop Rock

Cultura generale

Ieri, 250 km in auto ascoltando lo stesso disco, “Cultura generale” dei Ministri. Mi piacerebbe sapere per quanti km della mia vita la mia autoradio ha trasmesso dischi dei Ministri. Quante volte li ho ascoltati, quante volte ciascuno. Sarebbero cifre stratosferiche. Un giorno di sicuro inventeranno un’app che dice anche questo (e che alla fine useranno tutti tranne me).

Ieri, notizie incredibili al telegiornale: le auto tedesche sono truccate e “sabotare” è una parola che basta dirla che ti possono mandare in prigione. Arriva proprio adesso questo cd che parla anche di auto tedesche e sabotaggi, queste canzoni registrate cinque mesi fa sembrano essere state scritte cinque minuti fa. Idioti, Cronometrare la polvere, Balla quello che c’è, Estate povera, Lei non deve stare male mai, vi accolgo a braccia aperte tra gli inni ufficiali del mio autunno urbano entrante e retroattivamente anche dell’estate uscente.

Diciamo che stavolta i pezzi suonano più scarni, chitarroni sempre a quadrettoni ma forse senza giacca di pelle, ci sento più la sala prove che la botta da concerto, ancora meglio forse, ma si tratta di dettagli o comunque seghe che si fa uno che suona anche, tipo me. I Ministri sono uguali a sempre, chitarra-basso-batteria, riff da vecchi e voce da bambino, anni 90, loghino che ricorda vagamente Kid A, testi che mi spiegano quello che penso che non so spiegare. Amo tutto ciò, nel mio mondo ideale tutta la musica tenderebbe a questo, ma non siamo nel mio mondo ideale come è chiaro.

A meno di smentite nei prossimi 250 km e oltre di autoradio, non sarà il mio “album preferito” dei Ministri, sono tutti e cinque bellissimi senza classifiche perché in ciascun periodo mi stavano su misura, sono cresciuto con loro addosso, in questi dieci anni sono stati la mia personale casacca napoleonica mentre loro la indossano da prima dei Coldplay e tutti gli altri. Per me è uno stesso lunghissimo e stupendo disco che continua, svelato a pezzi una volta ogni due anni.

Gli idoli del rock o muoiono o deludono, qui c’è l’eccezione che non mi conferma la regola…

Paolo Plinio Albera

Muovo i primi passi falsi nella musica scrivendo canzoni.
Trovo quindi la mia strada sbagliata nella scrittura e nella creatività.
In poco tempo faccio passi indietro da gigante, e oggi ho un blog: il MySpiace.

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