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Quelli che vent’anni dopo

fazio bartoletti

Per un secondo mi sono immaginato Fabio Fazio che, vent’anni dopo, organizza la pizzata dei “vecchi” di Quelli che il calcio. Per un secondo mi sono immaginato il presentatore simbolo dell’intrattenimento intelligente Rai che ripesca le liste degli ospiti e stila l’elenco delle vecchie glorie da chiamare.

Il primo della lista non può che essere il principe Emanuele Filiberto, personaggio televisivo inventato proprio da Fazio, ospite ogni domenica del suo programma, anzi inviato dall’estero: all’epoca i Savoia erano ancora in esilio e alla famiglia reale era vietato l’ingresso in Italia. Il parlamento in seguito ha dichiarato decaduto il divieto e i Savoia hanno potuto fare rientro in Italia, pretendendo pure centinaia di milioni di danni. Secondo me ognuno ha il diritto di andare nel mondo più o meno dove gli pare, certo che l’accoglienza trionfale che noi italiani abbiamo riservato al rampollo reale è stata stupefacente: acclamato divo televisivo, eroe nazionalpopolare che balla sotto le stelle, televotato quasi-vincitore di Sanremo con Pupo con una canzone che solo a ricordarla fa andare la pizza di traverso.

Il secondo della lista è Roberto Formigoni, proprio lui, il “Celeste”, quello che è diventato praticamente il braccio destro di Silvio, prima di tradirlo un minuto prima della condanna, quello che è diventato presidente della Lombardia per un ventennio lanciando la nuova moda di candidarsi con firme false. Formigoni era spesso ospite e tifava ovviamente la squadra di Silvio. Con tutte le tangenti che ha preso dalla Fondazione Maugeri potrebbe offrirla a tutti la pizza, ma continua a dire che sul conto in banca non ha un euro, sta a vedere che è proprio lui a farsela offrire.

Fabio, non dimenticare un altro habitué: Paolo Brosio, giornalista del TG4 degli anni d’oro di Emilio Fede, cui un bel giorno è apparsa la Madonna e la sua vita non è stata più la stessa! (Forse era meglio quella di prima!)

Esperienze nel centrodestra anche per il giornalista Marino Bartoletti, ma preferiamo ricordarlo come enciclopedico esperto di calcio e Sanremo. “Da buon ragazzo degli anni sessanta e da grande estimatore delle musiche e delle canzoni di quel periodo, Bartoletti è un appassionato chitarrista”. La citazione è dall’enciclopedica (?) Wikipedia.

Fabio però, qualche donna la si chiama? Magari Veronica Pivetti, invitata in trasmissione in quanto sorella di Irene, all’epoca presidente leghista della Camera dei Deputati. Grazie a brillanti ospitate, Veronica è diventata attrice in commedie e fiction Rai, superando in popolarità la sorella presidente, la quale poi ha riguadagnato come conduttrice televisiva. Che si fa Fabio, si chiamano tutte e due?

Dulcis in fundo il senegalese superjuventino Idris. Simbolo del no al razzismo almeno nel mondo nel calcio, aveva comunque un bel caratterino. Ultimamente ha detto che i razzisti andrebbero “sterminati come facevano i nazisti con gli ebrei”. Idris, fatti la domanda e datti la risposta!

Povero Fazio, gli è già passata la fame. Forse non se la sente di organizzare una pizzata con tali personaggi, con cui vent’anni fa pure se la spassava. Gli rimane al massimo Suor Paola e i Tenores di Bitti.

Eppure io, che stavo dall’altra parte del teleschermo, malato di calcio (“buon ragazzo degli anni novanta, appassionato chitarrista”, direbbe di me Wikipedia), mi divertivo come i matti e le domeniche pomeriggio erano una spensierata festa di gol. La televisione mi stava regalando tutto ciò che volevo per coltivare la mia passione per il gioco più bello del mondo. Più o meno consapevolmente avevo tradito la radio (Tutto il calcio minuto per minuto). E ora ho tradito Quelli che il calcio.

Paolo Plinio Albera

Muovo i primi passi falsi nella musica scrivendo canzoni.
Trovo quindi la mia strada sbagliata nella scrittura e nella creatività.
In poco tempo faccio passi indietro da gigante, e oggi ho un blog: il MySpiace.

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