Quando torneranno i concerti si stabilirà tra le persone un codice di regole non scritte, non dette, non pensate consapevolmente, che regolerà le nuove dinamiche dei concerti post Coronavirus.
Le persone, all’inizio, resteranno a una specie di distanza di sicurezza, ancora sospettosi del virus. Ci saranno pochi spericolati che si accalcheranno davanti al palco (essenzialmente i giovani, i fan, i fattoni). Ci saranno molti timorosi che resteranno in fondo, uniti e allo stesso tempo separati da un tacito patto di lontananza (gli adulti, i boomer, e quelli soggetti alle catene su whatsapp). In mezzo, la gran parte delle persone, ancora in leggero stato di allerta da contagio, ma che faranno il possibile per non sembrarlo (“ho ancora un po’ paura del virus ma non voglio che questi intorno lo capiscano, cerco di stare un po’ distante ma non troppo, vediamo cosa succede”). Dopo i primi minuti di prudenza, ci dimenticheremo l’aplomb e torneremo a sgomitare, alitare sul collo, e odiare quello alto e quello con lo zaino e quello che vuole passare davanti.
Tutto ciò accadrà in estate, quindi ci saranno i concerti all’aperto e lo spazio sarà sufficiente per tutti. Le code ai botteghini saranno lunghissime, perché ci saremo ormai abituati a stare in coda a un metro e mezzo dal precedente, come al supermercato. Le code ai bagni saranno lunghissime, per la ragione precedente, e perché le persone andranno in bagno anche solo per lavarsi le mani. Le code al bancone saranno lunghissime semplicemente perché così è sempre stato, inoltre le belle e attraenti bariste useranno le precauzioni, e ci verseranno da bere con i guantini in lattice*.
Amuchina all’entrata, Amuchina nei bagni, Amuchina al bancone, decine di dispenser di plastica schiacciati dai nostri palmi spalmati di batteri. E la mascherina? No, in genere nessuno la metterà, ma ce la porteremo in tasca o in borsa, così se tutti la metteranno allora potremo metterla anche noi, e saremo tutti più tranquilli nell’aver paura insieme.
I programmi dei festival saranno sconvolti dall’emergenza virus. Non solo in Italia, ma in tutto il mondo. Negli USA, gli ultimi colpiti dall’epidemia, tutti i tour estivi salteranno. Molti artisti europei che dovevano suonare in USA se ne resteranno in Europa a recuperare il tempo perduto, a scrivere un nuovo album (che potrebbe essere un bene o un male, a seconda dei casi), o a fare concerti nelle zone sicure. Quindi a noi italiani, primi a entrare in quarantena e primi ad uscirne, ci tornerà indietro una specie di fortuna di ritorno: arriveranno artisti a sorpresa che per due lire accetteranno di fare qualche data in più anche qui, accalappiati da promoter sufficientemente rapaci e capaci da fargli annusare l’opportunità di un passaggio nelle città d’arte a sbronzarsi di vino docg.
Gli artisti, al loro ritorno sul palco, non mancheranno di dedicare all’era del Coronavirus una battuta, un intervento, una canzone. Ti faccio un esempio. Io ho i biglietti per Brunori Sas (che qui doveva essere il 7 marzo, poi è stato rimandato al 15 aprile, e poi è stato ri-rimandato al 29 novembre): mi aspetto ragionevolmente che il simpatico Darione dedichi al tema una canzone, introdotta dalla sua contagiosa simpatia che sdrammatizzerà sul periodo trascorso e tra le righe ci faccia pensare ma anche ridere ma anche piangere ma anche dimenticare […] ma anche ascoltare una canzone. Questa potrebbe essere Canzone contro la paura (il concetto che le canzoni ci accompagnano anche nei momenti difficili etc) ma potrebbe anche essere Al di là dell’amore (perché dice la frase “andrà tutto bene” pur se in un altro contesto) ma potrebbe anche essere Arrivederci tristezza (titolo chiaro, nemmeno la spiego). Altre idee? Non sono ferratissimo sulla discografia di Brunori ma secondo me sarà una di quelle che ho citato. Ti farò sapere.
Ma quando torneranno i concerti non è detto che torneranno i concerti. Ora c’è ancora una mezza aria di vacanza, i palchi sono l’internet e il salotto e il balcone, ma quanto durerà? Sono preoccupato e spero davvero che andrà tutto bene. Per locali, promoter, associazioni, booking, uffici stampa eccetera, è in atto una crisi devastante, un bagno di sangue. Alcuni potrebbero non avere le forze per riaprire l’attività e tornare a proporci un quotidiano piccolo miracolo – il concerto – che si rinnova grazie a un gioco acrobatico di logistica, produzione, promozione, invenzione, burocrazia, rischio, gestione degli imprevisti, e ovviamente passione. Stiamo imparando ad accorgercene di più, a non darlo come sottinteso, per tutti i tipi di spettacoli ed eventi. Quando ce ne dimenticheremo di nuovo, ironia della sorte, allora vorrà dire che saranno davvero tornati i concerti.

* Quindi bariste come infermiere tipo copertina di Enema of the State dei Blink 182.
Hey boomer, MySpiace è anche su Instagram.
C’è già tanta musica in giro disinfettata e sterilizzata.
Sei un superdiffusore
Ah, ma io intendevo musica fondamentalmente innocua, e in effetti tanta ne posto anch’io ma per me la musica deve essere soprattutto un piacere.
Stanotte ho sognato un ufficiale blocco dei concerti fino ad Aprile 2021
Fai screenshot del commento, potresti aver ragione e bullartene tra un anno! Che a questo punto è anche probabile. Io speravo che almeno per l’estate si sarebbe sistemato tutto, ma adesso la vedo grigia
Io vivo nell’attesa che i PJ dicano qualche cosa sul concerto del 5 luglio ad Imola. Prima volta in assoluto in cui riesco a prendere il Pit…vedi la sfiga??????????
Mi spiace, che palle, pure io Paul McCartney il 13 giugno forte rischio
Speriamo bene. Non vedo l’ora di poter sentire di nuovo musica dal vivo e pogare!!!!!!
idem, e me ne frego della paura del contagio.