Parlo ovviamente di cd originali, comprati nei negozi, oppure nei vari Feltrinelli / Fnac / Ricordi / Maschio se vogliamo risalire fino alla preistoria, oppure su internet se qualcuno fa questa cosa strana, oppure ai concerti che è sempre la cosa migliore. Di seguito voilà le 10 cose che mi danno più fastidio nella mia vita insieme ai cd, che è una vita simile a quella della gattara pazza con cento gatti in casa, o a quella della vecchia che passa ore sulla panchina a gettare briciole ai piccioni, o a quella del dotto filatelico le cui pinzette sono protesi permanenti di dita tremanti e affusolate.
1. La confezione rotta
Il caso tipico è quando scarto il cellophan e apro la confezione, voglioso di ascoltare l’album nuovo di pacca, ed ecco il cd ballerino in bilico sul cerchio di dentini di plastica che saltano e cadono da tutte le parti. Che tristezza. Subito mi ricordo di tutte le confezioni che ho con i dentini rotti (un cd di Ghemon e uno vecchio dei Muse) e penso: oh no, come quello di Ghemon! Come quello dei Muse! Caso ancora più fastidioso è quando mi cade la confezione per terra, e si spacca sempre una delle due linguette del coperchio. Sostituisco il coperchio con uno preso dai masterizzati, ma non è la stessa cosa…
2. Le misure strane
Mi piace il jewel case classico, mi piace molto anche il digipak. Ma non sopporto le confezioni creative, originali, scomode, grosse, che poi non so come riporle nei miei scaffali Billy dell’Ikea, ordinati secondo uno dei criteri descritti in Alta Fedeltà. Non ho bisogno del packaging esclusivo, artistico, pretenzioso, ridondante, che piace soprattutto nel genere indie. Anche se sono collezionista del feticcio, ciò che conta per me è pur sempre l’opera d’arte, ed estrarla rapidissimamente, come Lucky Luke estrae la sua pistola più veloce della sua ombra.
3. I cd mischiati
Ovvero il cd sbagliato nella confezione sbagliata: picture yourself in macchina di un amico, dice “prendi il cd dei Placebo!” E allora apri la confezione dei Placebo e c’è un cd dei Cure. Nella confezione dei Cure ce n’è uno degli Strokes… e così via. Dopo dieci minuti di gioco dei bussolotti arrivi al cd dei Placebo che stavi cercando e di cui ormai ti è quasi passata la voglia. Quante volte mi è successo. Questo disordine e superficialità mi irrita almeno quanto il sale nel barattolo dello zucchero. La cosa più imbarazzante è che poi divento psicopatico, e inizio a riordinare tutti i cd del mio amico mettendoli nelle confezioni giuste. Picture yourself in macchina di un amico: l’autista e l’autistico.
4. Il libretto senza i testi
Soprattutto per quanto riguarda gli album anglosassoni, la mancanza di testi nel libretto è una bella seccatura. E non posso saperlo prima. Ciò mi ha dato molto fastidio soprattutto quando compravo i miei primi cd. Invece di mettere inutili bollini parental control, dovrebbero mettere dei bei bollini “booklet senza testi” e allora sono sicuro che la mia collezione di cd sarebbe diversa per un buon 20%.
5. L’edizione non deluxe
Perché vendono l’edizione normale in un jewel case normale se poi accanto trovi anche l’edizione deluxe in digipak con bonus track, bonus dvd, libretto fotografico, fettina di sedere ecc per soli 2 euro in più? Esiste qualche matto che preferisce l’edizione normale piuttosto che comprare quella deluxe, o ascoltarselo comodamente su Spotify? Evidentemente sì.
6. L’edizione deluxe
Che poi, a ripensarci, pure l’edizione deluxe… un pelo sopra l’onanismo, un pelo sotto la pornografia.
7. Prestarli
“Questo cd si chiama Pietro e torna indietro” era una frase molto simpatica da dire nei 90s ma veniva sempre disattesa. Tutti i cd prestati svanivano nel nulla, e se indirettamente ne sollecitavo la restituzione, capivo che c’era più probabilità che un cammello passasse per la cruna di un ago piuttosto che… ecc. Un mio amico teneva una lista dei cd che prestava e a chi. Questo non l’ho mai fatto, ma col tempo ho imparato a tagliare la testa al toro: “te lo masterizzo!” e allora per masterizzare ciò che non mi andava di prestare compravo campane di cd vergini per non perdere cd originali.
8. I cofanetti dei quotidiani
Capisco che è bello avere l’elegante cofanetto con tutta la collezione di dischi della band. Sono caduto volentieri nella trappola del cofanetto dei cd dei Beatles uscito con Repubblica, stesso dicasi per John Lennon. Ma Paul McCartney, per esempio, che senso ha? Perché fare un cofanetto per un artista ancora in vita, che ogni tanto sforna ancora dischi? Perché spendere fior di dollari ogni settimana per collezioni che sono tutt’altro che definitive? Fare il cofanetto dell’opera omnia dei Pink Floyd è una cosa seria, sarebbe meglio attendere il decesso sia di Waters che di Gilmour, e pure di quel finto tonto doppiogiochista di Mason.
9. I cd graffiati
Ho un cd degli Institute, Distort Yourself, che appena arrivo alla traccia 8 salta, qualunque lettore io usi. Così ci penso due volte prima di comprare cd usati, cretino.
10. Il lettore non funziona
I lettori di cd sono tutte schifezze. Dopo un paio d’anni cominciano a funzionare male, a saltare, a non partire nemmeno, anche se li tratti con tutti i sacri crismi. Quello del mio computer si avvia una volta su due. Quello in cucina non legge la traccia 1. L’autoradio me la rubano periodicamente. Ma allora cosa me li compro a fare i cd? Cretino. Eppure dovresti vedere la mia faccia di godimento quando ne acquisto uno nuovo. Magari con una bella scritta sotto: NUOCE GRAVEMENTE ALLA SALUTE.
Bonus track:
11. Il Copy Control
Chi si ricorda questa roba ridicola? Il Copy Control era un sistema di protezione del cd per evitare che fosse masterizzato, è stato utilizzato nei primi anni 00, i suoi bug hanno rovinato migliaia di lettori cd, le case discografiche sono state subissate di cause legali. Mi ricordo che un disco di Max Gazzé aveva il Copy Control, cosa che in quel periodo me l’ha fatto sembrare antipatico e sfigato. Ormai è acqua passata, ma ogni volta che vedo un suo cd sull’espositore un po’ ci penso. Pensa se anche questo, ancora…?!
il mio lettore Yamaha compie 30 anni a settembre di quest’anno e funziona benone 🙂
concordo su un po’ tutto. Soprattutto, su MAI comprare musica MP3 quando puoi avere un CD+copertina!
l’invidia è grande per il tuo lettore di 30 anni fa (quando ancora non li progettavano per durare due settimane, probabilmente!)
oh be’, questo sì 🙂
Il cofanetto dei quotidiani…ma anche dei settimanali: mio padre ha un’intera collezione di CD dell’Opera Lirica presi con Famiglia Cristiana…comprata poi solo per i CD…
Quasi tutti i miei CD hanno le confezioni spaccate perchè spesso e volentieri tagliavo il cellophane con le chiavi…e segavo la plastica di sotto!
Tu criminale!
Ehhh lo so! Non lo faccio più però! Ora uso le penne!!
aaah che atrocità! 😉
i libretti senza testi li detesto anche io!!
i testi sul libretto dovrebbero renderli obbligatori per legge 🙂
Punto 5.: eccomi!
Ebbene, preferisco l’edizione non deluxe. Probabilmente è una fissa tutta mia, ma preferisco l’edizione non deluxe perché reputo tali edizioni quelle originali e pure, ovvero i dischi così come sono stati concepiti, senza aggiunte bonus, né niente. Con tutta probabilità è soltanto una mia visione distorta del concetto, ma continuo a scegliere edizioni standard.
Guarda sinceramente oggi sono combattuto e rivedrei tutto questo punto. Forse preferisco l’edizione deluxe nel caso sia uscita contemporaneamente all’album. Invece preferisco l’edizione nuda e originale quando è davvero originale senza rimasterizzazione postuma (questo riguarda gli album un po’ più vecchi, diciamo i “classici”, che è bello sentire con la pasta originale). Sulle bonus track, mi attraggono sempre, però se sono versioni live anche chissenefrega… 🙂