Premessa 1
Sono sempre stato un fiero avversario di Elio e le Storie Tese. Non è antipatia per i componenti in sé, che saranno anche dei bravi guaglioni. Ciò che detesto è, soprattutto, il riso. Il riso abbonda ascoltando Elio e le Storie Tese, il demenziale puro mi annoia e mi avvilisce, e allora la battuta mi sembra un paradiso fiscale detassato dalle emozioni, uno Stato canaglia in cui tutti sono ricchi e nessuno è povero.
Ho sempre avversato anche il modo circense di suonare. Li stimo per le loro capacità, certo, ma ormai non ce la faccio più quando arriva tizio qualunque che mi fa l’osservazione “…e sono bravissimi a suonare!” come fosse certificazione insindacabile che fanno bella musica. Questo mi succede spesso anche con Alex Britti (“…ah, come suona la chitarra!”). E ora qualcosa di simile inizia ad accadere con Pop_X (“…e lo sai che ha fatto il Conservatorio?!”): i miei primi segni di nervosismo rischiano di affiorare e cerco di essere più evasivo possibile.
E poi Elio e le Storie Tese sono sempre piaciuti a tutti, cosa serve che piacciano anche a me?
Premessa 2
Sto un po’ distante dai social in periodo Sanremo. Il 99% delle battute non mi fanno ridere, il 99% dei giudizi che leggo è banale e convenzionale, il 99% di quelli che ostentano disinteresse se ne interessano di nascosto. E allora non dico nulla perché mi darebbe un po’ fastidio che il mio post apparisse prima e dopo altri delle suddette categorie. Tutto questo è molto snob, lo so! Ma la mia presunzione è onesta, visto che non riceve like in cambio.
Seguo Sanremo sempre e convintamente, ma condivido le opinioni con una ristretta élite di amici esperti della canzone italiana, ottimi snob e presuntuosi come me, con cui ci riuniamo per vedere insieme la finale. Questo mi basta, e se proprio c’è qualcosa che mi stuzzica l’immaginazione lo riservo al MySpiace (magari facendomi aiutare da un superospite).
Premessa 3
Ciò che sto per dire non è sull’onda dello stupore per l’ultimo posto a Sanremo di un gruppo come Elio e le Storie Tese (insuccesso che è comunque passato inosservato): la mia opinione è ampiamente documentata e confermabile dagli amici con cui ho seguito la serata finale del Festival. In fondo all’articolo allego documentazione dei miei voti per le scrupolose pagelle che condividiamo.
Il mio onore delle armi a Elio e le Storie Tese
Parto dall’Ottobre 2017: la notizia dello scioglimento di Elio e le Storie Tese mi coglie indifferente, ma le motivazioni sono di rara intelligenza, quindi mi lascio prendere da un sentimento di dispiacere e malinconia. Errore: due mesi dopo arriva la sorpresa della loro partecipazione a Sanremo. Subito mi pento del mio cedimento alla tenerezza. Che peccato vedere una scelta rispettabile sporcata con un ultimo passaggio sul palco dell’Ariston per rosicchiare ancora qualche spicciolo di notorietà.
E poi arriva la canzone, “Arrivedorci”: pensavo fosse la solita gag qualificabile con l’appropriato aggettivo “ridanciana”, invece è una canzone piuttosto triste e amara, che rivive la loro storia, dall’inizio fino allo scioglimento. All’improvviso, mi sembra di notare uno squarcio nei loro travestimenti, che mette a nudo qualche millimetro di cuore. Parlano di loro, con sincerità e un pizzico di umana comprensibile frustrazione. E per la prima volta Elio e le Storie Tese mi emozionano, un po’ mi commuovono, nel raccontarsi in prima persona nel momento più amaro, quello del capolinea. Di sicuro, l’unica canzone autentica in mezzo a tante patacche.
Elio goodbye Arrivedorci addio
Il giudizio popolare, ovviamente, è impietoso e li relega all’ultimo posto. La mia canzone preferita risulta essere la meno votata. Una delle edizioni più seguite e più deludenti di sempre si conclude anche con questo verdetto. Si tratta pur sempre di un riconoscimento: un ultimo posto alla carriera, assegnato al Festival di Sanremo, potrebbe valere più di qualsiasi altro premio.
E per quanto mi riguarda, dopo tanti anni passati a osteggiarli, mai avrei pensato di dare il mio onore delle armi a un gruppo che per le mie modeste idee di musica è stato un nemico ostico, ma sempre leale e corretto. Tutto questo è merito di “Arrivedorci”, a condizione che non sia un arrivederci, ma un addio, se no mi rimangio tutto e ricomincia la battaglia!
Ottimo articolo, analisi veramente centrata. Mi è davvero picuato molto. Complimenti per la nitidezza dei concetti e per come li hai sintetizzati. Concordo pienamente sulla noia relativa al “demenziale” e sulla banalità espressa nei social.
Daniele ti ringrazio. È stata una settimana durissima! 🙂
Non sono mai stata grande fan degli Elli ma ho sempre pensato che, dietro quella veste demenziale, dicessero cose molto vere sull’Italia e i giorni nostri. Prendi “La terra dei cachi”, la canzone è terribile ma è uno spaccato perfetto del malcostume italiano. 🙂
Quel tipo di canzone spacca sempre a Sanremo, vedi ultimamente Stato Sociale e Gabbani che hanno fatto quella cosa lì “sulla società”. Era una canzone molto divertente, hanno avuto il loro momento di gloria, ma riesco a vederla solo in quanto spettacolo… per quanto mi riguarda, dalla scatola televisiva non è mai uscita! 😀
Prima o poi il sipario cala per tutti. Anche per Elio &c. Certo pensando a quando erano all’apice, e oggi sentire Arrivedorci, cala un velo di tristezza, ma li paragono a quei comici che hanno sempre lavorato in duetto o terzetto, alla fine diventano patetici. La stessa identica fine di Aldo Giovanni e Giacomo. Che tristezza il loro “reuma park”. Mi chiedo perché gli artisti non riescono mai a capire quando arriva il momento di smettere.
Secondo me Elio e le Storie Tese avevano capito benissimo che era il momento di smettere, ma poi si sono lasciati abbindolare dalla fantasia di un Sanremo da protagonisti (il che è anche umano) ma lì gli è andata male… Ho apprezzato che abbiano proposto una canzone che non voleva fare ridere, piuttosto il contrario: voleva proprio mettere tristezza. Nessuno se lo aspettava, e nessuno li ha votati perché tutti si aspettano da loro il riso, come al solito. In questo ultimo posto vedo un che di romantico, quasi un deliberato suicidio. (Sarebbe bello che anche Aldo Giovanni e Giacomo valutassero un harakiri simile, perché non li posso più vedere!)