Con ben poca sorpresa il meteo esibisce la collezione autunno/inverno che Torino veste tutto l’anno. Cari turisti, visitare questa città vuol dire visitarne anche il tempo, freddo tre stagioni su quattro e pioggia sei giorni alla settimana. Piove, governo ladro, governo democristiano, governo che era in corso di definizione proprio mentre cavalcavo la bicicletta fino in piazzale Valdo Fusi. C’è il Torino Jazz Festival, anche quest’anno mi concedo un pomeriggio di presenzialismo.
Cosa è venuta a fare tutta questa gente? Tutti parlano, distratti, non sembrano essere lì per sentire un concerto, devo avvicinarmi al palco (che strano, è messo tutto storto) perchè solo nelle file davanti la gente segue, e chissà che non impari qualcosa anch’io che non so nulla di jazz e quel poco che so non è esaltante: un genere che non disturba, dà un tono all’ambiente, conservatore e non squattrinato come il rock, insomma ideale per il comune per investire centinaia di migliaia di euro che non ha.
Non imparerò il jazz con Roy Paci, nome di richiamo che si è fatto strada nel mainstream con pezzi pop e collaborazioni illustri, ma davvero mi è piaciuto. Ha suonato con i CorLeone, in tutto tre fiati due chitarre e una batteria. Sentirlo trombettare (ma non cantare) su queste ritmiche belle hard rock e quasi punkettone è molto più nelle mie corde rispetto a tutta quella roba con gli Aretuska. Torno a casa che forse qualcosa ho imparato veramente, che anche il più virtuoso più vizioso più lezioso ha bisogno di ritornelli semplici e motivi orecchiabili per acchiappare l’attenzione dei passanti, mixarsi con altri musicisti, innamorare le ragazze, ecc.
Sul Jazz Festival l’opinione dei selezionati salotti che frequento (capirai, i soliti localacci coi miei amici ubriaconi) è controversa, molte sono le critiche ma anche molti sono quelli che ci vanno. Io credo che eventi di musica e aggregazione come questo siano comunque una boccata d’ossigeno, considerando che non possiamo pretendere aperture mentali da un’amministrazione come questa. I soldi sprecati sono ben altri. Spiace invece che il Traffic sia stato ridotto a poco più di una festa di quartiere, quella sì che era una bella scommessa. Comunque anche quando c’è il Traffic piove.
(l’immagine non può che essere quella dell’anno scorso http://paoloplinio.wordpress.com/2012/05/01/torino-jazz-festival-primo-maggio-ombrelli/)
aaahh, ecco dov’è che ha suonato Roy Paci con i CorLeone (dei quali ho una maglietta bellissima, ma comprata ad un concerto degli Aretuska); una mia amica è andata a vederli ma mica mi ha detto che era lì. Io quest’anno non mi sono interessato granché alla cosa, l’anno scorso volevo esserci, e c’ero, ma indovina: pioveva. Tutto che salta. Ah, ovviamente l’anno scorso c’ero anche al Traffic la sera dei Verdena, ma indovina? Pioveva (dire “pioveva” è riduttivo per quella serata in Piazza San Carlo), tutto che salta.
eee infatti! per il bel tempo bisogna aspettare che finiscano i concerti
parlate del tempo come gli anziani
quasi quasi sembrate me…