Domenica. C’è chi va alla partita, c’è chi va alla messa, c’è chi va al Valentino, c’è chi va al balconcino. Io vado al balconcino.
Ero andato alcune volte in questo inverno primaverile a sentire col naso all’insù le canzoni punkliriche di Maksim Cristan e Daria Spada e i loro ospiti, in quella che chiamano una “serenata al contrario”. Chissà da quanto tempo già c’era questo appuntamento domenicale e io me l’ero perso. Non si contano le lettere dell’amministratore per far chiudere il concertino, ma i ragazzi resistono grazie anche all’affetto di chi ogni settimana viene a trovarli.
Questa domenica ci ho suonato, tutto sembra essere durato un attimo, improvvisare strumentali r’n’r sui pezzi di Federico Sirianni (fortissimo!), poi suonare con Niccolò quattro pezzi Nemici in maniera molto punk poco lirica dato il mal di gola secolare, il balconcino è il palco più logico che ci sia dopo i nostri esordi nelle festacce casalinghe.
Visto da sotto, sembra tutto così semplice: uno esce, suona, fine, ciao.
Visto da dietro, è un po’ il contrario. Casa di Daria e Maksim è poco più grande del balcone, eppure ci sta tutto quello che serve, ci stanno tutti gli strumenti di chi suona, ci stanno tutti gli amici che vengono a mangiare una torta, bere vino o fare salottino, ci sta un calendarietto fittissimo e scarabocchiato in cui i MCCS segnano a penna nomi e numeri e quant’altro. Il traffico di persone tra dentro fuori sopra e sotto è un incredibile equilibrio di incastri e sensi unici alternati. Tutto è in movimento ma completamente rilassato.
Visto da sopra, che bello vedere voi grandi e piccini, voi belle, voi simpatici, pubblico tra il divertito e l’incantato per la situazione così graziosamente insolita: questi che suonano sul balcone al primo piano di via Mercanti 3 che è diventato la nuova sensazione di Torino, eppure in teoria non c’è nulla di incredibile, ci sono quelli che suonano e quelli che ascoltano, stretti dentro il cortiletto, il concertino è per tutti, ma non per molti. Eravate almeno un centinaio, però!
Che altro dire? Io un balcone ce l’ho ma è al quinto piano, suonerò ai piccioni. Grazie Sara F per la foto che ti ho rubato!
c’ero anch’io!
e senza mal di testa, robe incredibili
tu senza mal di testa sei incredibile quanto me senza mal di gola!
comunque volevo ribadire una cosa perché qui forse ho fatto più che altro una cronaca e se mi rileggo non è chiaro. il concertino dal balconcino è davvero una boccata d’ossigeno, un’idea originale e coraggiosa, portata avanti con passione e talento da due ragazzi artisticamente vulcanici. fa più il concertino che tutte le edizioni del torino jazz festival messe insieme
infatti oggi il mal di testa ce l’ho di nuovo!
dimenticavo
quant’eravate belli dal balconcino
lov lov lov