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Pop Rock

Tutte le volte che i Verdena citano i Beatles

I Verdena amano i Beatles. E io amo questo amore, se mai è possibile amare un amore. 

Li amo anche separatamente. Un pochino dell’amore che nutro per la band bergamasca deriva anche dal piacere di cogliere piccole citazioni, riferimenti, cover, indizi, allusioni al famoso gruppo più popolare di Gesù Cristo. Queste citazioni, palesi o nascoste, rischierebbero di perdersi nel nulla, se non ci fosse qualcuno al di là del palco o del disco a coglierle. Con ben poca modestia ritengo di essere proprio io quel qualcuno lì. Dunque dall’alto della montagna della mia beatletudine mi sono divertito a mettere insieme tutte queste citazioni, a beneficio di chi come me ama questo amore. 

Ok avete letto titolo, sottotitolo e introduzione, non mi resta che principiare la mia tesi di laurea, che se dovessi scriverla con i margini larghi e gli interlinea alti e tutte le regolette che c’erano quando facevo l’università, allora mi verrebbe un tomo di duecento pagine. Invece può starci tutto in una paginetta di blog.

Bambina in nero / Baby’s in black

Bambina In Nero è un pezzo del primo album dei Verdena (1999) e secondo me Alberto Ferrari ha deciso il titolo pensando a Baby’s In Black, canzone di pieno periodo beatlemania (album Beatles For Sale, 1964). Penserete che la mia supposizione sia un po’ tirata per i capelli, ma c’è on line un video di un soundcheck acustico in cui provano i suoni con Norwegian Wood e appunto Baby’s In Black.

(Non lo posterò perché non amo l’idea che i musicisti vengano ripresi durante il soundcheck. Se volete lo trovate su internet.)

Cara Prudenza / Dear Prudence

Cara prudenza, dall’album Solo un grande sasso (2001), è uno dei grandi titoli dei Verdena, band spesso criticata per i testi, ma esiste qualcuno più bravo nei titoli? Il riferimento nel caso specifico è la Dear Prudence del White Album (1968): il pezzo di Lennon era dedicato a Prudence Farrow, sorella di Mia Farrow, che nel famoso viaggio in India stava prendendo un po’ troppo seriamente la meditazione, autoisolandosi in camera per settimane e settimane.

Alzi la mano chi non ha mai pensato per un secondo che il pezzo dei Beatles fosse una canzone dedicata alla “prudenza”, premura da tener cara eppure sempre disattesa. Alberto Ferrari, forse ironicamente, ha tradotto in maniera letterale palesando il non-senso sul quale anch’io avevo fantasticato un poco. Questo album, prodotto da Manuel Agnelli, mostrava una band impressionante e mi avrebbe conquistato comunque, ma la reference ai Beatles è stata il “clic” che mi ha definitivamente agganciato per sempre ai Verdena.

Verdena & Afterhours suonano i Beatles

La collaborazione dei Verdena con Manuel Agnelli prosegue anche per tre cover registrate insieme, tra cui Across the Universe (l’originale si trova nell’album Let it Be, 1970). È il periodo in cui i Verdena stanno registrando Il suicidio dei samurai (poi uscito nel 2004). “Suicidio” sarebbe la parola giusta per definire il tentativo di chiunque si cimenti in qualechesia cover dei Beatles, ma i Verdena ne escono assai bene e il pezzo chiude brillantemente la compilation di cover “Rock’n’Roll Revolution” curata da Manuel Agnelli con vari artisti uscita in cd allegato alla rivista Tutto (n. 6, giugno 2003).

Troveremo molte altre cover dei Beatles (però mai registrate) durante la carriera dei Verdena, consuetudine cui non erano nuovi. Roberta Sammarelli, in un’intervista sul n.11 del cartaceo di Freequency del 2004, parlando di un vecchio locale di Bergamo che frequentavano (Il Tassino), dice: «Ricordo un tributo ai Beatles in cui Alberto suonava la batteria e io la chitarra».

Lennon, Hare Krishna, Julia

Continuando in ordine cronologico questa singolare cronistoria dei Verdena attraverso i riferimenti ai Beatles, arriviamo ai tempi dell’album Requiem (2007). «Un brano come Il caos strisciante è una specie di riassunto in quattro minuti di ciò che siamo: dentro ci sono la parte acustica, l’hard, lo stoner… ma ci sento anche John Lennon.» (Alberto Ferrari, intervista Il Mucchio n. 633 aprile 2007 di Federico Guglielmi) 

Non so bene dove nel brano si possa sentire John Lennon, forse nel momento in cui dice “Hare krishna”, che mi fa ricordare più George Harrison, ma anche Give peace a chance (1969) ai tempi del bed-in di John e Yoko. 

Lennon si può trovare però in un altro dei pezzi più amati di questo album: Trovami un modo semplice per uscirne, che dal vivo veniva talvolta introdotto da una strofa di Julia, dal White album (1968).

Rossella roll over / Obladi Oblada

Obladi Oblada (1968) è una canzone del McCartney più spudoratamente pop, che Lennon odiava. Ma è proprio Lennon a suonare il piano, sono sue le prime note dell’intro, quelle che fanno subito riconoscere il pezzo: “è Obladi Oblada, sono i Beatles!”. I Verdena in Rossella Roll Over (album Wow, 2011) iniziano proprio con quelle precise note di piano, che però poco dopo si distorcono in un pezzo cupo e straziante, al contrario dell’originale che strizza l’occhio al reggae, alla felicità, alle storie che finiscono bene (che Lennon odiava). 

Se volessi fare sfoggio di nozionismo (sì, lo voglio) potrei aggiungere che “roll over” è una riminiscenza di Roll Over Beethoven, pezzo di Chuck Berry di cui i Beatles suonavano la cover. Ma lasciamo stare, io amo i Verdena che amano i Beatles che amano Chuck Berry ma andando avanti così non sappiamo dove andiamo a finire.  

Lei disse (Un mondo del tutto differente) / She said she said 

Spesso i Verdena citano nei loro titoli alcuni grandi classici, non solo dei Beatles. Per esempio Starless (dai King Crimson), Angie (dai Rolling Stones), Non prendere l’acme, Eugenio (libera reinterpretazione di Careful with that axe, Eugene dei Pink Floyd), Dentro Sharon (tipo Dentro Marilyn degli Afterhours) e molti altri che sicuramente mi sto dimenticando.

Si potrebbe fare una bella playlist di “titoli dei Verdena però con le canzoni vere”. La maggior parte di questa playlist sarebbe comunque riservata ai Beatles: rientrerebbe in elenco anche She Said She Said dei Beatles psichedelici di Revolver (1966), che secondo me è l’ispirazione del titolo Lei disse, ultimo pezzo di Wow (2011).

Oppure si potrebbe fare una bella playlist delle mille cover da loro suonate negli anni: in un video tratto da una festona al Bloom di Mezzago, cazzeggiando sul palco insieme agli Afterhours, troviamo Hells Bells degli AC/DC, Riders On The Storm dei Doors, Get Back dei Beatles. Beh è una di quelle situazioni un po’ improvvisate, molto divertenti, ci manca solo “si può avere una birra qui sul palco?”

Trip su YouTube: l’Elefante Blu dei Verdena

C’è una pagina YouTube – L’Elefante Blu dei Verdena – che propone un archivio stupefacente di materiale dei Verdena. Troviamo anche qualche cover dei Beatles suonata spesso come intermezzo acustico, durante i concerti. Eccone alcune da aggiungere alla playlist immaginaria di cover di cui sopra: 

C’è anche un’intervista ai Verdena del 2001 in cui raccontano che sono cresciuti con la musica dei Beatles perché li ascoltavano i genitori. Cosa che vale anche per me, in fondo, e credo per tutti coloro che amano i Beatles e hanno l’età dei Verdena.

Il basso di Roberta

Perché come foto principale dell’articolo ho inserito una foto di Roberta Sammarelli? Anzi la domanda corretta è: perché ho inserito proprio quella foto di Roberta Sammarelli? Rispondere sarebbe un insulto alla vostra intelligenza, quindi risponderò non direttamente a te ma a quell’altro che sta leggendo in questo stesso momento.

Fra le braccia di Roberta vediamo il famoso basso Hofner a violino, modello che Paul McCartney ha usato quasi sempre fin dall’inizio della sua carriera. La foto, scattata da Daniele Baldi per Rolling Stone, risale al 2015 (tour Endkadenz) e in particolare al concerto al Cap10100 a Torino. 

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Golden Slumbers + Scegli Me

Quando ho visto i Verdena a Todays Festival, introducendo Scegli Me Alberto Ferrari ha suonato al piano qualche nota di Golden Slumbers (da Abbey Road, 1969). Peccato non esistano documenti video a raccontarlo: si sarebbe sentito l’urlo solitario di un pazzo esaltato, che ero io, nell’estasi di sentire inaspettatamente quello che per molto tempo è stato il mio pezzo preferito dei Beatles in assoluto (almeno tre quarti dei pezzi dei Beatles sono stati IL mio pezzo preferito dei Beatles, per almeno un giorno; Golden Slumbers lo è stato per qualche mese). 

Forse è stato in quel momento, ormai tanti anni fa, che è germogliata dentro di me l’idea di scrivere la tesi di laurea che state finendo di leggere. L’intro con Golden Slumbers non è stato un episodio isolato: la stessa cosa è successa in altri concerti come questo:

Paul e Linda 

La mia caccia ai riferimenti ai Beatles nella musica dei Verdena si conclude con la canzone Paul e Linda, tratta da Volevo magia (2022). Il pezzo dice “vola di più, come Paul e Linda”, cosa diavolo vuol dire? Magari nulla. Oppure il “volare” è un riferimento alle “ali” dei Wings, la band di Paul McCartney dopo lo scioglimento dei Beatles, in cui suonava anche sua moglie Linda Eastman. 

«Paul va ascoltato con calma. Più lo ascolto, più mi piace. La prima volta che lo sentii pensai “Ah! Roba da vecchietti”, ma più lo ascoltavo più ne diventavo ossessionato. Adoro i Beatles e adoro tutta la produzione di Paul McCartney versione solista, senza escludere (quasi) nulla» diceva Alberto Ferrari in una vecchia intervista, ma comunque sono sicuro che vale ancora. 

Se trovate altri riferimenti, citazioni, intermezzi, dettagli, allusioni e indizi nascosti nei pezzi dei Verdena, fatemi sapere. E io volerò di più, come Paul e Linda! 

Nel mio letto (aggiornamento 16/12/2022)

Dopo la pubblicazione di questo articolo, nei commenti al post su Instagram molti hanno segnalato Nel mio letto (da Solo Un Grande Sasso) come canzone tipicamente “lennoniana”. I motivi sono condivisibili: l’effetto della voce registrata con eco a risposta corta (grazie @the_golden_dome), le chitarre registrate al contrario (grazie @albe977) e in generale sembra evidente che i Verdena e Manuel Agnelli alla produzione volessero ricreare un’atmosfera alla “Lennon piano e voce” tipica di alcuni pezzi solisti come Mother, Jealous Guy, Watching The Wheels

A queste osservazioni aggiungo una suggestione tratta dai Beatles di Revolver che inizialmente non avevo scritto perché poteva suonare troppo vaga. Ma di già che ci siamo… ascoltate i primi secondi di Good Day Sunshine (cioè gli accordi di piano in crescendo) e poi i primi secondi di Nel Mio Letto. Ogni volta che ascolto l’intro dell’una penso all’intro dell’altra, e viceversa; forse d’ora in poi capiterà anche a voi?

La mia tesi di laurea – che non voleva dimostrare nulla, se non il mio amore per l’amore dei Verdena per i Beatles – finisce qui. A voi Magnifiche Rettrici / Magnifici Rettori la decisione se mi sono laureato. Laureato in cosa poi? In Verdena? In Beatles? Ambedue?

Grazie al Magnifico Daniele Baldi per la foto.

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Paolo Plinio Albera

Muovo i primi passi falsi nella musica scrivendo canzoni.
Trovo quindi la mia strada sbagliata nella scrittura e nella creatività.
In poco tempo faccio passi indietro da gigante, e oggi ho un blog: il MySpiace.

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6 commenti

  1. Di quel basso lì ho un gadget tipo spilla. Spero che i Verdena non abbiano fatto una foto sulle strisce di Abbey Road.

    1. Non penso succederà mai. L’hanno fatto i RHCP molto tempo fa, nudi, loro sono facilitati perché sono in 4

  2. Lorenzo Maiocchi dice:

    Sto ascoltando le canzoni di Requiem che comincia con Marti in the sky è solo una intro però la citazione sembra starci

    1. “In the sky” fa subito pensare a Lucy in the sky with diamonds, questo sicuro. Non è chiaro se sia una mezza citazione fatta apposta o no, ma l’associazione di idee viene automatica

  3. Massimiliano dice:

    Il suicidio del samurai & I want you (she’s so heavy).

    1. Ottima osservazione. L’arpeggio di chitarra trascinato ed esasperato per interi minuti ricorda in effetti il pezzo dei Beatles. Gli arpeggi sono un po’ differenti quindi non so se è una citazione voluta ma può essere. Ora ascolto meglio per capire se ci sono dettagli che matchano al 100%

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