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Pop Rock

Tutte le volte che gli Oasis citano i Beatles

“Gli Oasis plagiano i Beatles” è un luogo comune ricorrente. Nella realtà questo non è mai successo. I fratelli Gallagher possono essere accusati di aver rubato melodie a una serie di artisti (T-Rex, Stevie Wonder, Doors, persino la pubblicità della Coca Cola ecc…), ma mai alle composizioni di Lennon/McCartney, George Harrison, Ringo Starr.

Anni fa c’era più fervore intorno a questi argomenti, con le dita facevamo il conto delle note uguali sperando di arrivare a 8 e proclamare solennemente “plagio!”. Oggi il concetto ha perso significato (un articolo sul Post approfondisce perché è rischioso parlare di plagi nel pop), e stanno perdendo significato anche le discussioni sulle canzoni che giudichiamo copiate o no.

Ma non passerà mai la voglia di trovare citazioni, allusioni, somiglianze volontarie o involontarie non importa, musicali o extramusicali non importa, che svelano le tracce di quanto un artista si sia lasciato ispirare dalla musica che ha consumato.

Testi, cover, foto, video, titoli, riferimenti palesi o nascosti: mi sono preso il piacere e il divertimento di mettere in fila tutte le volte che gli Oasis citano i Beatles, due band che amo, e che sono state protagoniste di due epoche della musica che amo, i ’60 e i ’90. Trent’anni dopo i Beatles entravo nella mia personale Beatlemania; trent’anni dopo gli Oasis sono ancora un fan totale del Britpop. Le so tutte.

Live Forever e John Lennon

Pur essendo una canzone scritta da Noel Gallagher per la mamma, Live Forever è legata a John Lennon per due motivi. Il primo è che la copertina del cd singolo è una foto della casa dove ha abitato Lennon da piccolo, in Menlove Avenue 251 a Liverpool. 

Il secondo è che nei concerti degli Oasis venivano proiettati sullo schermo dietro al palco alcuni grandi personaggi storici che “vivranno per sempre”; l’ultimo della serie, che rimaneva proiettato sullo schermo per più tempo, era appunto Lennon.

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Le cover: I Am The Walrus e Helter Skelter

Diverse volte gli Oasis hanno suonato una cover di I Am The Walrus, grezza, facilona, ignorantissima. Magari non erano in grado di trovare gli accordi giusti, hanno cercato lo stesso di suonarla così come veniva. Rock’n’roll fine a se stesso, plettri zappati sulle chitarre distorte, e uno dei pezzi più malsani che Lennon abbia mai scritto. È eccezionale, per me è la più bella cover dei Beatles che sia mai stata fatta. Molto divertente è la versione del 1995 a Earls Court con l’orchestra e quattro musicisti sul palco agghindati alla Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band

Anni dopo hanno pubblicato Helter Skelter come lato B di Who Feels Love? e includendola nel live album Familiar To Millions. Al tempo era un po’ una moda fare la cover del pezzo più “estremo” dei Beatles (l’avevano fatta anche U2 e Aerosmith) e come al solito a tutti veniva una roba moscia e noiosa. Non fanno eccezione gli Oasis, anche perché l’ha voluta cantare Noel; con Liam ci saremmo divertiti di più. 

L’intro di piano di Don’t Look Back In Anger

Gli accordi di piano che introducono Don’t Look Back In Anger sono una citazione di Imagine: la chitarra di Noel riproduce le tre note suonate da Lennon quando passa dal Fa al Do. Questo è bastato a molti per parlare di “plagio”, forse non hanno capito che è un gioco fatto apposta, non c’è nessuna malizia. Il verso “gonna start a revolution from my bed” si riferisce al bed-in di John Lennon e Yoko Ono: Noel ha sentito questa frase in una cassetta registrata da Lennon nell’appartamento del Dakota Building, a New York. 

La chitarra di Roll It Over

Standing on the shoulder of giants: quando Noel Gallagher usò questa frase di Isaac Newton per titolare un album degli Oasis, sono sicuro che si riferisse ai Beatles come i “giganti” sulle cui spalle si appoggiava. L’album si conclude con Roll It Over e le sue frasi di chitarra che citano Come Together.

Testi e titoli degli Oasis che citano i Beatles 

Titoli delle canzoni dei Beatles sono seminati qua e là in un po’ tutta la discografia dei mancuniani. Non sarò certo così pazzo da mettere l’elenco completo? Sì:

  • Yellow Submarine è citata in Supersonic.
  • Helter Skelter è citata in Fade In-Out.
  • Let It Be è citata nelle canzoni Be Here Now e The Masterplan.
  • The Fool On The Hill e I Feel Fine sono citate in D’You Know What I Mean.
  • L’album di George Harrison Wonderwall Music è probabilmente ispirazione della canzone Wonderwall.
  • Non so quanto Stand By Me avesse l’intento di citare l’omonima cantata da John Lennon (che a sua volta era una cover di Ben E. King) ma tanto se cerchi su Google il primo risultato che appare è il film tratto dal racconto di Stephen King.
  • Fixing A Hole è dentro un pezzo di Noel Gallagher, Dead In The Water, che ne cita un intero verso.
  • EDIT: The Long And Winding Road è citata in My Big Mouth (grazie Alessandro Casa per averlo ricordato). E anche nel ritornello di Wonderwall, seppur non letterlamente.

Il video di All Around The World

Nel paragrafo qui sopra mi è venuto un mente che il videoclip di All Around The World è ispirato appunto a Yellow Submarine, nel senso del film animato, non la canzone.

[Ogni tanto metto questi video a scopo puramente didascalico. Non pretendo certo che vi mettiate a vedere qui un kolossal che dura più di 9 minuti, è stato montato da 24 tecnici in 6 settimane di lavoro e costato uno sproposito: skippate pure!]

Why me? Why not. Liam e Yoko

Il titolo del secondo album solista di Liam Gallagher Why me? Why not. (2019). è un omaggio a due quadri di John Lennon che ritraggono il cantante e Yoko Ono: nel primo c’era scritto Why me?, nel secondo Why not?. Liam acquistò il primo quadro, e qualche tempo dopo ricevette in regalo il secondo da Yoko Ono.

Un’intervista a John Lennon in I’m Outta Time

I’m Outta Time è scritta da Liam Gallagher che – ricordiamolo – è uno che ha chiamato Lennon uno dei suoi figli, cosa che ci dà un’idea precisa di chi è il suo idolo. La canzone ha un pianoforte in pieno stile A Day In The Life, e nei secondi finali c’è uno spezzone di una vecchia intervista del cantante di Liverpool. 

Il video, inoltre, sembra richiamare l’immaginario di alcune copertine di Lennon solista, come le nuvole di Imagine, e il volto di Liam che si stende in orizzontale come quello di Yoko Ono nella copertina di Mind Games

La cover di Mind Games di Noel Gallagher

A proposito di Mind Games, Noel ne ha registrato una cover, per un album tributo a John Lennon prodotto dal figlio Sean Lennon con diversi artisti. Se I Am The Walrus degli Oasis è la cover più bella dei Beatles che abbia mai sentito, Mind Games di Noel Gallagher è la più bella cover di Lennon solista che abbia mai sentito.

Sarò un romanticone ma, dietro un’interpretazione certamente elegante, sento l’ex ragazzino che ha ascoltato questa musica milioni di volte, ha passato la giovinezza consumando certi album, ha iniziato a suonare la chitarra con queste canzoni – prima emulando l’originale, poi reinterpretandole a modo suo. Dopo aver realizzato il sogno di fare successo con la band che sappiamo, ha scelto di far parte di una “band solista”, e sulla falsariga delle “ali” di McCartney (Wings) ha deciso di chiamarla “uccelli che volano alto” (High Flying Birds).

Beatles and Stones dei Beady Eye

Andando sul versante opposto post-scioglimento, quello di Liam, troviamo la canzone Beatles and Stones suonata con i Beady Eye – che sono stati gli “Oasis senza Noel”, band che è durata due album prima che Liam decidesse di diventare solista, a questo punto la band rimasta a sua volta senza Liam è andata a suonare con Noel solista, e quindi adesso gli High Flying Birds sono gli “Oasis senza Liam”. (A raccontarla sembra una storia confusa ma è più semplice di quello che sembra: sono sempre i soliti tre o quattro che suonano a volte con l’uno a volte con l’altro).

Su un riff alla My Generation dei The Who e una melodia standard blues molto 60s (io ci canto sopra Hi-Heel Sneakers, un classico di Tommy Tucker suonato da McCartney nell’MTV Unplugged, chissà se l’ha sentito anche Liam), la canzone dice “I’m gonna stand the test of time, like Beatles and Stones”. Our Kid supererà il test del tempo, come i Beatles e gli Stones? 

La citazione più nascosta di tutte

La coppia di dischi che ho messo come anteprima dell’articolo (Abbey Road dei Beatles e Be Here Now degli Oasis) contiene la reference più difficile da trovare. A occhio nudo è quasi impossibile. La targa della Rolls Royce bianca dentro la piscina della copertina degli Oasis – SYD 724F – è la stessa del furgone nero della polizia che si trova a destra dietro le strisce pedonali su cui camminano i Beatles.

Mi domando quante altre simili citazioni microscopiche esistono di cui non sono a conoscenza. Ma forse è meglio non domandarmelo, se no dovrei dedicarci giorni settimane mesi, e le lancette del mio tempo sparirebbero come nell’orologio dei mancuniani.

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Accidenti non riesco a finire questo elenco

Ho iniziato a buttare giù le idee per questo articolo in una domenica libera di settembre, e ora sono ancora qui in una domenica libera di ottobre che non ho ancora finito.

Non pensavo che le citazioni fossero così tante. Potevo immaginarlo, ma sono comunque stupito di quanto la musica dei Beatles sia stata una passione totalizzante nelle biografie dei fratellini di Manchester. Rivedo molto me stesso, la mia giovinezza, e la fame inesauribile con cui ho divorato qualunque cosa fosse firmata da Lennon, McCartney, Harrison, Starkey – cosa che di fatto mi ha cambiato la vita.

«[I Beatles] significano tutto per me. Hanno sicuramente i brani migliori fra tutti, a mani basse. Nella mia collezione di dischi, hanno di gran lunga le canzoni più belle. Hanno influenzato tutti quelli che hanno influenzato tutti gli altri, che poi hanno influenzato tutti quelli che andavano e venivano. La loro influenza è assoluta. Non conosco un solo ragazzo che suoni la chitarra o scriva canzoni che non citerebbe i Beatles come un’influenza.» (Noel Gallagher)

Ho scritto questo elenco non per dimostrare o raccontare qualcosa, l’ho fatto semplicemente per me stesso, a scopo quasi collezionistico, per ricongiungermi con alcune mie passioni. Una di quelle cose che si fanno per tenere sotto controllo l’ansia. Ma non posso andare avanti in eterno, e quindi rimaniamo così: se ci sono altri casi evidenti di citazione da segnalare fatemelo sapere nei commenti.

Vi saluto con Liam che canta Whatever e Noel che aggiunge in coda Octopus’s Garden ovvero la canzone famosa scritta da Ringo Starr. (Il quale ha un figlio – Zak Starkey – anch’egli batterista; indovinate in quale band ha suonato dal 2004 al 2008?)

Noel Gallagher è in concerto l’8 novembre a Milano (Mediolanum Forum). Suonerà anche Mind Games?

Avevo fatto un articolo simile con un’altra band che amo: Tutte le volte che i Verdena citano i Beatles. Ho già in mente il prossimo ma non anticipo nulla!

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Paolo Plinio Albera

Muovo i primi passi falsi nella musica scrivendo canzoni.
Trovo quindi la mia strada sbagliata nella scrittura e nella creatività.
In poco tempo faccio passi indietro da gigante, e oggi ho un blog: il MySpiace.

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4 commenti

  1. Domanda: una tribute band degli Oasis è indirittamente una tribute band dei Beatles?

    1. Potrebbe essere una “reference band dei Beatles”, se eseguisse una scaletta composta dai pezzi che ho indicato

  2. “Octopus’s Garden ovvero la canzone famosa scritta da Ringo Starr”.
    Ma tutti quelli che hanno visto “Get Back” danno chi l’ha scritta davvero.
    A parte questo, secondo me tra i nomi da citare a inizio articolo su “ispirazioni” dei Gallagher ci sarebbero da aggiungere i KINKS (ironicamente anche per fatto di essere composti da due fratelli che litigano).

    1. Ottima idea per un contenuto a tema “band di fratelli che litigano”, rilancio con i Jesus and Mary Chain

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