Società & costume

Tre santi, tre quartieri, tre storie di televisiva sfortuna

Santa Rita

E’ il quartiere dove sono nato e dove ho vissuto per 27 anni. La sua caratteristica è la medietà. In posizione media tra il centro e la periferia, popolato da una ceto non alto, non basso: medio. Scuole medie, facce medie, birre medie. Ho avuto i primi amori a Mirafiori, a Santa Rita le ragazze erano così medie. Quelle che vedevi in televisione invece sembravano valchirie calate da un altro pianeta. Ad esempio Daniela Ferolla era stupenda, il sogno della sua vita era essere incoronata Miss Italia, e finalmente ce l’aveva fatta. Era l’11 settembre 2001, lei brillava di tutta una bellezza esemplare, statuaria, importante. Ma tutti i giornalisti erano voltati dall’altra parte, perchè a New York era l’inferno, stavano crollando due torri, e un impero, e un secolo intero. Nessuno l’ha intervistata, nessuno l’ha fotografata, nessuno ha scritto di lei. E’ l’unica miss di cui mi ricordi.

San Donato

E’ il quartiere dove vivo dal 2007. Cosa c’entro io con tutto questo benessere, questo liberty, queste zone blu come il loro sangue? Non lo so, ma non mi trovo affatto male in questa ex portineria più alta che larga. Capita che vedi scorrazzare in bicicletta un vecchiaccio arzillo come Bruno Gambarotta, poi accendi la tv e scopri che a soli 54 anni è morto Gigi Sabani, per un infarto. Proprio lui, imitatore, showman, la cui popolarità subì un rapido declino dopo le accuse di induzione alla prostituzione nel caso “Vallettopoli”. Finì in carcere, poi fu scagionato, ma la carriera rimase compromessa. Poteva essere l’occasione per riabilitarlo definitivamente, ma il giorno dopo morì nientemeno che Pavarotti, dunque Sabani cadde immediatamente nel dimenticatoio, non aveva nemmeno fatto in tempo a sapere che la giovane fidanzata, conosciuta un anno prima, era incinta.

San Salvario

E’ il quartiere dove ho lavorato per molti anni, ma è anche il fulcro della movida, dove “certe notti” perdo tempo e salute. In alcuni periodi è stato statisticamente il posto dove passavo più ore nella mia settimana, eppure non sono mai riuscito ad innamorarmene. E’ un luogo dove, se suoni sembrando 1) simpatico 2) furbetto 3) vagamente marcio, puoi diventare qualcuno, ma poco più che un personaggio locale, scordati X-Factor o cose del genere. A X-Factor era scontato che avrebbero vinto loro: i the Bastard Sons of Dioniso erano brillanti, belli, giovani, erano gli unici che non avevano mai rischiato di essere eliminati, erano gli unici per cui tutti unanimemente stravedevano. Nella finale, che poteva cambiare davvero la loro vita, televotarono duecentomila italiani. Persero per 16 voti… una miseria. Sapete quanti sono 16 voti su duecentomila persone? Nulla. Troppo.

La correlazione tra santi, quartieri di Torino, sfortuna e televisione è puramente arbitraria e legata a banali corrispondenze di tempi e luoghi nella mia vita. Eppure, non so come spiegarlo, in quel quartiere c’è proprio quel tipo di sfortuna, nell’altro quartiere c’è proprio quell’altro tipo di sfortuna, e nell’altro quartiere ancora c’è proprio quell’altro tipo ancora di sfortuna.

Paolo Plinio Albera

Muovo i primi passi falsi nella musica scrivendo canzoni.
Trovo quindi la mia strada sbagliata nella scrittura e nella creatività.
In poco tempo faccio passi indietro da gigante, e oggi ho un blog: il MySpiace.

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4 commenti

  1. scusa eh, ma allora chi l’ha vinto X-Factor quell’anno? Mai guardato in vita mia, ma loro sono (erano?) una band veramente cisti. Qual è il quartiere torinese più adatto alla parola cisti?
    E poi dai, San Salvario vince su tutti.

    1. aveva vinto tal matteo becucci o beccucci nessuno ha mai capito come si scrive

  2. ho provato a ricordare il nome di una qualsiasi Miss Italia dopo aver letto il post.
    Zero. Insomma ricordare un paio di vincitori di Sanremo o del Giro d’Italia è più facile direi.
    Ma è pure normale ci mancherebbe io abbia mai visto in vita mia Miss Italia.
    Forse solo quella volta che ci stava una mia ex.
    Ex compagna di classe ovviamente. Ahah. CHe simpatico.
    Poi di un tratto non so perchè non so come ” Anna Valle”.
    Google conferma, millenovecentonovantacinque.
    Perchè me la ricordo?
    Forse per il nome particolarmente insignificante.

    1. ah ah anch’io ricordo solo “anna valle” ma visivamente non saprei collegarla a un’immagine! forse è il 1995 che è stato televisivamente micidiale, di quell’anno mi ricordo quasi tutta l’edizione di sanremo (fiorello, pezzali, giorgia… e anna falchi e claudia koll… altro che anna valle!)

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