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Le cose che mi piacciono del Torino Film Festival

In ordine sparso, le cose che mi piacciono del Torino Film Festival:

Il maggiordomo che cammina un po’ storto nella sigla.

Il biglietto giornaliero per vedere tanti film di fila e sentirsi un maratoneta del cinema.

Gli applausi alla fine del film, la cui intensità fa capire se è piaciuto o no. Se vai al cinema nel periodo successivo al festival, non è raro sentire qualche accenno di applauso ai titoli di coda, riflesso condizionato che qualche maratoneta si porta dietro dalla settimana di TFF.

Il programma del festival, opuscolo spiegazzato e scarabocchiato in tutte le maniere per segnarsi i film da vedere. È la bibbia, l’unica guida che ti serve, la prima cosa che ti procuri e l’ultima che abbandonerai.

L’uscita dalla sala, catapultati in un esterno marciapiede del tutto diverso da quello da cui siamo entrati. Un attimo di perdita dell’orientamento e poi via verso la prossima visione.

Gli amici che incontri, che mai e poi mai ti saresti aspettato di vedere.

Le discussioni sui film. Quelli che vedo io ovviamente non vincono mai, sono infallibile nel perdermi le cose che contano, posso vederne 99 su 100, vincerà l’unico che non ho visto.

I film che a leggere la presentazione non gli dai due lire, e poi si rivelano fantastici. Viceversa, quelli che sembrano fantastici a volte si rivelano deludenti, ma capita di meno.

Le ferie che prendi apposta per il Torino Film Festival.

Le proiezioni senza presentazione con il regista perché impegni inderogabili l’hanno trattenuto. Sospiro di sollievo. Non tanto per il regista: la sua assenza spiace, ovvio. Ma in questo modo ci leviamo l’indesiderabile spazio per le domande dal pubblico. Le persone che fanno le domande dal pubblico sono soggetti pericolosi, infidi, egocentrici, intellettualoidi, psicolabili, che prendono la parola solo per inscenare la loro interminabile supercazzola sul nulla cosmico davanti al pubblico altrui.

Le sale riempite a metà nelle mattine infrasettimanali, che puoi comodamente posare la giacca nella poltrona accanto, sicuro che non verrà nessuno a pretendere il posto. Di pomeriggio invece succede che qualche genio voglia sedersi proprio nel posto dove hai messo la giacca, pur essendoci altri posti liberi. Quando capita a me, occupo tutto il bracciolo, gli rendo la visione più scomoda possibile. Grazie al mio gomito invadente sono riuscito a mandarne via uno ancora prima che iniziasse il film. Odio le persone come me.

L’edizione successiva, ritrovare l’amata sigla di sempre, solo leggermente riadattata, ma sempre col caro maggiordomo che cammina un po’ storto.


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Paolo Plinio Albera

Muovo i primi passi falsi nella musica scrivendo canzoni.
Trovo quindi la mia strada sbagliata nella scrittura e nella creatività.
In poco tempo faccio passi indietro da gigante, e oggi ho un blog: il MySpiace.

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3 commenti

  1. wwayne dice:

    A proposito di film da applausi, ti consiglio caldamente questo: /benedetto-il-giorno-che-ti-ho-incontrato/. L’hai già visto?

    1. Non l’ho visto! Me lo segno!

      1. wwayne dice:

        Se ti va, poi fammi sapere come hai trovato il film. Se invece non dovessi più sentirti, per me avertelo fatto scoprire è già una grande soddisfazione. Grazie per la risposta! 🙂

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