Uno con quei pantaloncini lì non potrà mai essere un campione. Era forse dai tempi di Andre Agassi che un tennista non faceva strabuzzare gli occhi per un abbigliamento così bizzarro. La differenza è che i pantaloncini jeans di Agassi erano da figo, quelli di “Stan the man” sono da pensionato al mare. Comunque il tennis non è come il calcio, che ti compri la maglia della squadra col numero e il nome del tuo campione. Nel tennis non ci sono squadre o numeri o nomi sulle maglie, ma ci sono quei terribili shorts a scacchi grigi e rosa, per esempio.
Foruncoli coperti male dalla barba, maniglie dell’amore per non dire sovrappeso, uno così non sarà mai un idolo, l’estetica un minimo conta sempre. Ma quando inizia a giocare te ne dimentichi, con lui ti diverti sempre, può succedere di tutto, per esempio che riesca a battere l’imbattibile.
Stan Wawrinka, trent’anni suonati, un’intera carriera all’ombra dell’altro campione svizzero, Roger Federer, che è il più grande di tutti i tempi, il numero uno fra i numeri uno. Eppure Stan the man ha il rovescio a una mano più spettacolare che ci sia, e il rovescio a una mano, si sa, è il colpo più bello fra i colpi più belli.
Si è autodefinito “forte ma non fortissimo”: sono i giocatori così che vale la pena tifare. I forti mi appassionano, i fortissimi mi annoiano.
È Djokovic l’imbattibile, Stan l’ha battuto. Ha vinto il Roland Garros, lui che è svizzero ma non è Federer, lui che con quei foruncoli e diciamo le maniglie dell’amore, e soprattutto con quei pantaloncini lì…
c’era un altro Stan, tanti anni fa, che veniva dall’assolata e spiaggiata California, dicono fosse molto forte ma ancora giocava con le racchette di legno.
e noi non eravamo ancora nati,
e poi un giorno gli hanno dedicato delle fantastiche scarpe da tennis
tra le scarpe più fighe e comode di sempre
evviva plinio
quando parli di tennis sei davvero un figo
sei più figa tu quando parli di scarpe!
e di sicuro avrai un’opinione tranchant sui pantaloncini di wawrinka che amerei sapere…