Al bar, tre amiche attorno al tavolo in pausa pranzo. Io nel tavolo accanto, è bello origliare i discorsi della gente, tanto più se sono ragazze.
Una di loro spiegava che col suo ex, per non rischiare di incontrarsi, si mandano un messaggio per dirsi la zona dove escono la sera. Ad esempio “Stasera sono in San Salvario, non venire”, “Ok tanto io sono al Quadrilatero”. In questo modo, per usare la sua espressione, “si spartirscono la città”.
Trovando questo comportamento assai bizzarro, ci ho rimuginato un po’ su mentre mangiavo la mia pasta al sugo. Volevo alzarmi per dirle che, se davvero lei e il suo ex non volevano avere più niente a che fare, era stupido inviarsi queste informazioni, perchè ottenevano l’effetto di mantenere i contatti, quindi il contrario di ciò che desideravano; considerato che in questa città vive un milione di persone, gli incontri casuali sono estremamente difficili dunque la loro separazione si sarebbe anestetizzata da sé.
Ma il punto probabilmente non era quello. Ci ho pensato ancora un po’: lei e il suo ex non la contano giusta, si vede lontano un km che finiscono ancora a letto insieme e fanno come quelli che si lasciano in maniera approssimativa, sparano senza mirare al cuore, e passano un lunghissimo periodo di accanimento terapeutico, litigando per tutto, offendendosi per niente, nominando l’amore invano e tenendosi così compagnia. Volevo proprio alzarmi per dirglielo, ma anche questa ipotesi reggeva poco: le donne, quando decidono di troncare un rapporto che in cuor loro non vorrebbero troncare, utilizzano la famosa tecnica del cancellare il numero in rubrica, che statisticamente incanala gli eventi (il meccanismo resta un mistero) in maniera che si torni di nuovo a fare sesso insieme. Gli uomini usano la tecnica opposta, mandano messaggi a raffica con frasi polemiche, pretestuose, confuse, destabilizzanti, però non funziona quasi mai.
Allora ecco l’ipotesi più verosimile: i loro sms non sono indicazioni su dove non farsi vedere, al contrario una velata maniera di dire “sai dove trovarmi…”. In fondo hanno ancora bisogno l’uno dell’altra, ma dopo che si sono lasciati sono troppo insicuri per fare il primo passo, e sperano che sia l’altro/a ad avere il coraggio di violare l’embargo, a dire ti amo, ricominciamo. L’amore, una guerra di trincea. E poi “spartirsi la città”, che modo terribilmente bipolaristico di vedere le cose. Chissà come avranno risolto tutte le altre spartizioni che conseguono dalla fine di un rapporto: gli amici, i maglioni, i dvd, per esempio. Ecco, avrei dovuto alzarmi per dirle tutto questo, polverizzando tra l’altro il ruolo delle due amiche a questo punto fotografate in un’attonita espressione di sgomento per il mio intervento autorevole quanto inaspettato.
Mi sono alzato, in effetti, ma per pagare il conto e tornare a lavoro. L’unico posto veramente sicuro dagli incontri imprevisti. Se davvero non vuoi vedere qualcuno, scrivi “Sono a lavoro”, e stai sicuro che tronchi qualunque possibilità come sto troncando quest
grande paolo, la tecnica alla frassica sul finale è super
mi hai beccato
Oscar per la migliore sceneggiatura originale per un corto… and the winner is: Paolo Albera from Turin, Italy
oscar! se la passano male quelli che si chiamano così… pistorius, djannino…
Penso non mi sarebbe mai venuta in mente una tecnica cosi sopraffina
per dire “ti voglio” dicendoti “non ti voglio”
(spartirsi la città suona molto malavitoso)
sì, anche. un amore criminale, vite pericolose, fico
hai vinto.