Pop Rock

Se un giorno Colapesce e Dimartino si separeranno

Lo ammetto, non riesco a non pensarci, è più forte di me. Non so se anche voi, in qualche remoto e segreto angolo del nostro cervello, avete come me questo pensiero che vi ronza intorno, e ogni tanto si posa sul naso e subito lo cacciate via, ma ritorna lievemente molesto. Quanto durerà l’unione artistica di Colapesce e Dimartino? Resteranno per sempre insieme o un giorno torneranno ai loro progetti solisti? E se si separeranno, quando e come succederà? 

Prima di Sanremo li conoscevamo solo noi. (Ma noi chi?)

Realisticamente il pensiero di un’eventuale “pausa” del sodalizio tra i due cantautori siciliani turba ben poche persone, se non una piccola porzione di affezionati all’indie di un tempo. Mi spiace usare sgraziatamente la parola “indie”, so di turbare i più fini notisti musicali, ma in fondo a fare gli snob con la parola indie sono solo quelli dell’indie. Là fuori c’è tutto un mondo che non ha di questi problemi letterarî. Il fatto è che la maggior parte delle persone non ha coscienza del fatto che sia Colapesce che Dimartino hanno avuto carriere belle e importanti che hanno portato avanti per tutti gli anni dieci. 

Finite le esperienze con le rispettive band, dai loro esordi solisti in avanti hanno ottenuto una crescita graduale ma costante. La prima volta che ho visto un misconosciuto Colapesce era in un afoso pomeriggio al Miami nel palco secondario della collinetta, anni dopo l’ho visto suonare un concerto brillante e molto partecipato sul palco di Todays. C’erano ancora i “veri” Murazzi quando tra le mura buie strette e umidicce della sponda destra ho visto live Dimartino, e anni dopo l’ho visto protagonista in un’eccezionale serata+notte+alba nel festival La Luna e i Calanchi ad Aliano.

Queste sono le mie personali esperienze ma credo che ognuno abbia avuto il proprio legame con la loro musica: almeno un disco, una canzone, un concerto, magari tutte queste cose insieme. Sono diventati artisti grandi per un pubblico non grande, ma comunque attento e consapevole. Ognuno ha il suo preferito tra i due, ma è sicuro che chi ama l’uno apprezza anche l’altro e viceversa. 

Tormentoni eleganti: Musica leggerissima e Splash

Poi nel 2020 “si mettono insieme”. Non capita tutti i giorni che due cantautori pubblichino un disco condiviso. L’album è I mortali e non può evitare di uscire durante la pandemia.

C’è il singolo Luna Araba cantata insieme a Carmen Consoli, pezzaccio radiofonico che può essere considerato il pre-Musica Leggerissima. C’è la gag di Il prossimo semestre (il riferimento è ai pagamenti Siae) che anticipa le potenzialità “comedy” del duo, che sarebbe diventato un fenomeno con le recensioni dei cantanti ospiti a Propaganda Live. Ci sono canzoni stupende come L’ultimo giorno, Noia mortale, Rosa e Olindo, Majorana (“mandiamo a fuoco questo liceo…” io andavo davvero a un “liceo Majorana”) che rivelano un’armonia perfetta sia al canto che alla composizione, difficile capire quali siano le canzoni scritte più dall’uno o più dall’altro. Un album che si afferma già importante ancora prima della sorprendente notizia della loro partecipazione al Festivàl.

La canzone Musica leggerissima presentata a Sanremo 2021 li fa conoscere a livello nazionale, anzi nazionalpopolare. Un “tormentone elegante”, se mai può esistere un tormentone che sia anche elegante. Qualunque cosa facciano sembra diventare oro, come quella volta che strimpellano in tv un pezzo dedicato a Ornella Vanoni, e questo diventa un altro successone dell’estate (Toy boy).

Quando in un paio d’anni la spinta “leggerissima” pian piano si esaurisce, e sembra impossibile bissare una magia del genere, arriva l’annuncio del loro ritorno al Festivàl. Splash presentata a Sanremo 2023 è un’altra canzone che probabilmente si farà cantare per molti anni, ballare per molte estati, ascoltare per molte volte tra il rumore delle metro affollate ma anche quello del mare. 

E adesso? Colapesce e Dimartino nel futuro

Ma che mare, ma che mare, a me continua a ronzare in testa il pensiero molesto che prima o poi l’esperienza in coppia di Colapesce e Dimartino potrebbe finire.

Ipotizzo [da questo punto in poi è tutta fiction]: dopo un tour molto lungo e partecipato, e qualche mese di relativo silenzio, potrebbe arrivare da un momento all’altro un annuncio congiunto in cui dicono di mettere in “pausa” il progetto, rivelando di essere al lavoro su album personali separati. Ce la porranno in maniera spiritosa, certo, magari con una gag o con un video di Ground’s Oranges, ma sarà una doccia fredda, un giorno amaro, una specie di fine dell’estate. Mi troverei in difficoltà, visto che mi piacciono insieme ma anche separati. Da una parte il dispiacere per la fine di un’era, dall’altra parte la curiosità di sapere cosa faranno di nuovo.

Nel caso debba proprio accadere, ho già deciso nella mia testa come andrà la storia. Faranno qualche anno di carriere soliste, album recensiti benissimo, più ascoltati che visualizzati, con collaborazioni con buoni vecchi amici del giro musica ma soprattutto brutti nuovi amici del giro festival/tv/cinema. Avranno discreti passaggi radiofonici con dj che fanno la battutina sul fatto che manca l’uno o manca l’altro (ma da un certo punto in poi molleranno). Faranno gli autori per altri cantanti, e i dj di cui sopra sottolineeranno pedantemente l’informazione che la prossima canzone è scritta da Colapesce o Dimartino. Tanta voglia di ritrovare la propria unicità e autonomia come artisti ispirati quali sono sempre stati. In altre parole, “meglio soli su una nave per non sentire il peso delle aspettative”. Ma…

A un certo punto, inevitabile, tornerà a tirare l’aria di un’acclamata reunion. E dove potrà verificarsi se non di nuovo al Festivàl, palco d’elezione per i ritorni insieme? Il terzo Sanremo di Colapesce e Dimartino restituirà al pubblico il ricordo della musica leggera e irresistibile che è stata colonna sonora di un’era pesante e insopportabile, e farà balenare il sogno del nuovo tormentone elegante che ci solleva dalla depressione, dall’ansia di esserci e dimostrare, dall’impossibilità di scappare dalla noia mortale. Una Splash leggerissima, ecco cosa si aspetteranno tutti. E magari i ColaDima inventeranno davvero il nuovo inno di cui avremo bisogno nel futuro.

Dunque meno male che esiste questo scenario alternativo: il pensiero che mi ronza intorno non è più così molesto. Ci rivediamo qui tra dieci anni (2033) e vediamo come è andata.

Nel frattempo dai, andiamo a vedere il film di Colapesce e Dimartino. “La primavera della mia vita” è al cinema dal 20 al 22 febbraio.

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E poi ci sono le stupende magliette del MySpiace.

Paolo Plinio Albera

Muovo i primi passi falsi nella musica scrivendo canzoni.
Trovo quindi la mia strada sbagliata nella scrittura e nella creatività.
In poco tempo faccio passi indietro da gigante, e oggi ho un blog: il MySpiace.

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2 commenti

  1. Un programma di 30 e passa ora non fa per me. Ho cercato i video e la canzone che mi piaciucchia di più è quella di Ariete, ma, pensando anche a “18 anni”, è una che in quanto ad allegria se la gioca con Billie Eilish: ma perché? Siete giovani, dai.
    Poi l’anno prossimo spero arrivi il momento di Elena Cammarone con l’Orchestra Castellina-Pasi…

    1. La canzone di Ariete mi piace molto. Io ho visto tutto, ma ho totalmente spento il cervello durante monologhi, scenette e collegamenti dal transatlantico. Ho fatto attenzione solo alle canzoni in gara, e ai superospiti Depeche Mode che però li hanno fatti suonare a volume a 0,001

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