quadrophenia
Pop Rock

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Quadrophenia è il film-manifesto per ogni mod, ma teoricamente ti fa totalmente passare la voglia di esserlo. Una storia fatta di delusioni, frustrazioni, rabbia, alienazione, schizofrenia, perdita di fiducia in un gruppo, fallimento nei sentimenti. Tutto quel senso di “riscatto” sociale della cultura mod, beh, qui sembrerebbe totalmente smentito dalla storia disastrosa che il protagonista si trova a vivere. Un protagonista peraltro vagamente antipatico, dal faccino un po’ ebete, che potrebbe benissimo essere il compagno di scuola con cui non hai mai legato.

Per tutte queste ragioni, è un film che mi ha travolto, quando lo vidi una decina di anni fa. Da quel giorno, custodisco gelosamente tutta l’amarezza che mi ha insegnato. Un’amarezza che descrive tutte le gioventù di sempre, in fondo, anche se è ambientato negli anni ’60 (centro del film è la battaglia di Brighton tra mods e rockers, 1964: si trovavano in spiaggia e se le davano di santa ragione. Gli inglesi hanno sempre avuto un caratterino un po’ da hooligan).

Il film è del 1979 e nasce dall’album omonimo del 1973 degli Who, che sono anche produttori, oltre che colonna sonora. Il meccanismo è semplice – Pete Townshend ci ha costruito un impero applicandolo alle sue opere concept – c’è l’eroe in difficoltà, l’esperienza di crescita e trasformazione, la raggiunta consapevolezza finale. Perché il premio è la consapevolezza, sì, un bel pugno pieno di sabbia, prendi e fà che n’abbia. Altro che il trionfo, altro che il riscatto, altro che la felicità.

E anche se non credo di avere molto a che fare con la cultura mod, né mi sento a mio agio a vestirmi elegante, né adoro lo ska, né ho mai guidato una Vespa e nemmeno uno scooter, né mi è mai capitato di sbirciare i famosi raduni dei mod in Piazza Statuto anche se vivo a Torino, ecco, anche se non sono in target con una serie di requisiti minimi, Quadrophenia è probabilmente il “film musicale” che amo di più.

(Apro parentesi: “film musicale” è una definizione orribile, ma è per dire in due parole qualunque film in cui la musica abbia un ruolo di primo piano, per gli attori, o il regista, o la sceneggiatura. Metto dei tag di esempio: Beatles, Cameron Crowe, Lady Gaga e coso, Alta Fedeltà, Amadeus, Pianista sull’oceano, Doors, “biopic” eccetera, chiusa parentesi.)

Chiuso anche il discorso, in realtà. Le cose mie le ho dette, per tutto il resto c’è Wikiphenia. Per diletto nozionistico ricorderei che tra gli attori c’è Sting nel ruolo del maschio alfa; avrebbe potuto esserci anche Johnny Rotten nel ruolo del protagonista, se non fosse stato scelto alla fine Phil Daniels. In più oggi c’è il primo raduno nazionale dei mods, qui a Torino, a 40 anni dall’uscita del film. È questo anniversario che mi ci ha fatto pensare un po’ più intensamente, chissà se così tanto da riguardarlo un’altra volta, chissà se così tanto da rivedere anche il dvd sugli Who cui era accoppiato quando me lo regalarono per un altro tipo di anniversario – il mio compleanno – che in effetti va un po’ di pari passo con quello di Quadrophenia.

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Paolo Plinio Albera

Muovo i primi passi falsi nella musica scrivendo canzoni.
Trovo quindi la mia strada sbagliata nella scrittura e nella creatività.
In poco tempo faccio passi indietro da gigante, e oggi ho un blog: il MySpiace.

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3 commenti

  1. A me piacciono lo ska e gli altri generi collegati, ma mi convince sempre meno tutto l’ambaradan, mi sta diventando antipatico pure Paul Weller, e gli Statuto sono pure misogeni e secondo me, prima di sentir parlare di quell’altro bel tipo di Bradley Wiggins, non sapevano nulla di ciclismo ma ci hanno fatto una canzone. Però se capita il film l’occasione il film lo vedrò, ricordo quando uscì.

    1. Questa cosa di “Pedalando elegante” l’ho scoperta adesso. E scopro anche che Wiggins è mod davvero!

      1. Però nel video di My Ever Changin Moods sul traguardo passa per primo Mick Talbot.
        https://lazeribaillustrata.wordpress.com/2016/04/07/ever-changing-mods/

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