Ho un .doc dove ogni tanto annoto i miei “pensieri sbagliati”. Quando sono sbagliati abbastanza, li pubblico sul My Spiace (pure questo, titolo sbagliato). Ecco gli ultimi freschi freschi caldi caldi. Ma come si dice per intendere una novità, freschi o caldi?
I refusi nei libri
Quando leggo i quotidiani on line come La Repubblica o gli altri ci sono abituato, sono pieni di errori perché spesso i giornalisti scrivono alla veloce frasette sul cellulare che mandano in redazione e magari nessuno le legge e pure i titolisti mettono titoli che non c’entrano nulla. Così il refuso arriva direttamente dal produttore al consumatore, la filiera dello strafalcione è azzerata. Ma quando leggo i libri ho un altro tipo di aspettative e attenzione e i casi sono due, o non me ne accorgo perché il senso della storia sta filando talmente liscio che mi sto divorando il libro, oppure quando inciampo in un refuso ci resto impantanato per un bel po’, perché spezza l’equilibrio della storia, interrompe l’armonia della narrazione, schiude una porta su un mondo del tutto diverso da quello esaltante dell’ispirazione artistica dello scrittore: è un mondo asettico e faticoso che sa di computer e traduzioni e fogli di testo e impaginazioni e editing e cose del genere. L’errore è umano, il refuso è tecnologico. Inizia ora una danza intorno all’errore che è quasi un corteggiamento, forse la parola è in realtà esatta? Sarò io che ho capito male? E penso: diamo una chance all’errore, cerchiamo diversi sensi di interpretazione, potrebbe aver ragione il libro, non io. Questo momento è un’ottima esercitazione al pensiero sbagliato, ma nel 90% dei casi quello sbagliato è il libro, non io. Intanto l’armonia della narrazione è interrotta, l’equilibrio della storia è saltato, ho pensato ad altro e per qualche secondo mi sono sentito io in qualche modo superiore al libro e non il contrario. Riprendo la lettura ma per qualche riga non sarà più la stessa cosa.
Le canzoni in inglese
Nel 90% dei casi, quello che hai capito tu è meglio della traduzione vera.
Calexico
Davvero, ho un’amica che ha alcuni ex, e nei suoi ricordi per ogni ex ha una canzone dei Calexico associata, per i motivi più svariati. Alcune riportano all’inizio della storia, altre alla fine, altre a un momento buffo o particolare. Dunque il concerto dei Calexico che abbiamo visto insieme è stato praticamente una passerella, canzone dopo canzone, di tutti i protagonisti delle sue parentesi sentimentali. Il pensiero sbagliato stavolta è suo: pensava fosse amore invece era un Calexico!