Non sono capace a iniziare gli applausi. Gli applausi corali e spontanei partono di solito da una sola persona, che ha il dono del tempo esatto, del “clap” secco e convinto, di un non so che di carisma e trasporto che contagia istantaneamente tutta l’assemblea. Ecco, io non sono quella persona.
Il ragazzo che stava accanto a me invece sì. Alla manifestazione non eravamo molti, ma occorreva comunque un megafono perchè l’oratore potesse farsi sentire da tutti. Dopo uno slogan particolarmente riuscito, a questo accanto a me è venuto da applaudire e a ruota tutti i presenti gli sono venuti dietro; ci avessi provato io il mio tentativo sarebbe stato maldestro e penoso, come le barzellette raccontate male che non fanno ridere.
Un altro ragazzo che stava più in là, invece, è una questione diversa. Stava defilato assieme a pochi altri, vestiti con giacche scure. Erano poliziotti in borghese, l’ho capito non perchè io sappia riconoscere i poliziotti in borghese (altro talento che non ho) ma perchè conosco lui e so che fa il poliziotto. Io e questa persona non possiamo considerarci propriamente amici ma anni fa è capitato di uscire nella stessa compagnia, esiste quindi un sottoinsieme di nomi, luoghi e situazioni condivise attraverso cui teoricamente potremmo pure sostenere una breve conversazione.
Poco più tardi, nella tappa del corteo davanti al palazzo comunale, ogni ambiguità si è dissolta: lui da una parte ed io dall’altra. Ecco, prendete una simile situazione tipica di film americani o fiction con Beppe Fiorello: due persone che, dopo un percorso o legame comune, si trovano faccia a faccia in due fazioni opposte. Davvero non so spiegare cosa si prova, so solo che l’ho capito, e non lo auguro a nessuno.
Non ci siamo trovati faccia a faccia, forse abbiamo tacitamente evitato che accadesse. Un cenno di saluto sarebbe stato sconveniente tanto per il suo ruolo quanto per il mio, senza parlare dell’incapacità di gestire l’imbarazzo, figurarsi per uno come me che nemmeno sa iniziare un applauso. Il tempo di pensare quest’ultima riga e non l’ho più visto.
La storia finisce qua: tutto è ritornato com’era, la manifestazione si è di nuovo mossa, sotto lo sguardo armato delle forze dell’ordine. Non sono riuscito a odiarvi, e quanto lo meritereste…
Il movimento No Tav vedrà riconosciuta la propria ragione probabilmente tra anni, ma la verità è a galla e le bugie pian piano affondano, nonostante i lacrimogeni, nonostante i “tecnici” delle banche, nonostante la stampa compiacente, nonostante il denaro della criminalità organizzata, e nonostante me che non so odiare e non so iniziare uno stupido applauso e delle verità che difendo continuo a farne le spese.
…era chi penso io?
dipende chi… tu ne conosci troppi!