Pop Rock

Io cerco te

Chi, me?

Ecco il nuovo singolo di uno dei miei gruppi più coccolati, Il Teatro degli Orrori. Ottimo pezzo, peccato per il video con la solita prassi “gente a caso che balla” già visto un milione di volte, ma quello che importa è la musica.

Quanto disgusto ha provocato in tanti ascoltatori la frase “Roma capitale sei ripugnante, non ti sopporto più”! Ebbene, i TDO hanno fatto bingo anche stavolta, con una provocazione che centra il bersaglio ancor più di una bestemmia alla Afterhours in 1.9.9.6. ad esempio.

Non hanno bisogno di giustificazioni, ma è chiaro che non si tratta di razzismo tracagnotto alla Lega Nord. Il problema non è tanto “Roma” quanto “capitale”, immagino in quanto ipocrisia istituzionale (Lega compresa), degrado politico (Lega compresa), privilegi, celebrazioni e decreti “Roma capitale” appunto. O comunque questo significa per me, che trovo sia una frase indovinata se non altro per la sua capacità curiosamente punk di destare ribrezzo nel pubblico più politicamente prevedibile.

Inoltre, se invece di “Roma” dicesse “Milano”, nessuno griderebbe allo scandalo.

Se esco dal mio punto di vista capisco che rimarrà una canzone naturalmente indigesta al pubblico romano, che però non mi sembra ne esca così mortificato, non più di così:

(però questo intelligentone che ha messo le immagini sulla canzone di Fortis poteva risparmiarsi il saluto romano di quello scemo di Paolo Di Canio, personaggio molto complesso che nel mezzo del cammin della mia vita non ho ancora deciso se mandarlo all’inferno, al purgatorio o in paradiso. Un giorno ne parleremo con karma)

Paolo Plinio Albera

Muovo i primi passi falsi nella musica scrivendo canzoni.
Trovo quindi la mia strada sbagliata nella scrittura e nella creatività.
In poco tempo faccio passi indietro da gigante, e oggi ho un blog: il MySpiace.

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2 commenti

  1. corvina dice:

    ne parleremo con karma è, neanche te lo sto a dire, geniale

    mentre del Teatro degli Orrori io me ne frego

    si si

    1. paoloplinio dice:

      ce ne frego, come dice la guzzanti

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