I pazzi sono ovunque. Sono i barboni che scaracchiano sotto i cartoni, sono i bruciati che parlano da soli, i freaks, i nani, gli storpi che non hanno fatto pace con le loro deformità. Alcuni, se ti sorprendono a guardarli, ti coprono di insulti e bestemmie.
In città ad agosto i pazzi spuntano come funghi, perchè i più fortunati e i più normali lasciano vuote le strade… e rimangono solo loro. La fisiognomica della pazzia gli ha distorto il viso con dei tratti grotteschi, e ti accorgi subito che sono pazzi, sono le caricature di ciò che sarebbero con un neurone in più.
Un pomeriggio è salita una ragazza sul 74. Era una pazza. Zitta e seduta, dal finestrino prendeva di mira tutti i passanti e gli faceva il dito medio, spietata e precisa, come un bambino dal balcone spara alle macchine con la sua pistola fabbricata col pollice e l’indice. La guardavo incuriosito, ma appena se n’è accorta ha mostrato anche a me il dito medio, completamente teso, dalla nocca all’unghia passando per la falange, come per non perdere un solo micromillimetro di estensione. Mi sono girato dall’altra parte. Per tutto il viaggio avevo una voglia irrefrenabile di osservarla ancora, ma non ho avuto il coraggio.