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Gomme

Capodanno Bordighera

Ivan è un gommista, ha una piccola officina da qualche parte lungo la via Aurelia, vicino a Bordighera.

Bella l’estate, ma vivere tutto l’anno a Bordighera è molto meno eccitante di passarci tre giorni a luglio. La località balneare segue un ciclo simile alla marea (che comunque a Bordighera non c’è), si riempie, si svuota, poi di nuovo si riempie e si svuota, flusso e reflusso molto più evidente delle onde del mar Ligure dove le spiagge sono di sassi gentili come chiodi.

Ivan, dunque, si trova l’officina vuota per molti mesi all’anno. Nemmeno nei mesi di aprile e novembre, quando tutti devono montare o smontare le gomme termiche, si fa vedere molta gente. Lavora soprattutto d’estate, tutto il resto è noia. Avesse qualche amico con cui bere una birra. Niente. Avesse una squadra di calcetto per occupare i martedì sera. Niente. Avesse almeno un’amichetta con cui andare al cinema. Niente.

Ivan ha un segreto che nessuno sa (e anche volesse confessarlo, non avrebbe nessuno con cui farlo). Di notte prende la macchina, fa un giro nelle vie di minore passaggio, e butta un po’ di chiodi sulla strada. In questo modo, qualche raro passante o turista fuori stagione si buca una gomma e poi viene da lui (non ci sono molti altri gommisti in zona) a farsela riparare.

Ammettiamo che è un comportamento molto scorretto, ma non possiamo condannare completamente il nostro Ivan. Quando un malcapitato arriva in officina da lui con la ruota a terra, o con l’auto bloccata poco più in là che non va avanti, Ivan non è disonesto: potrebbe cambiargli la gomma e fargli spendere centinaia di euro, invece la ripara sigillando apposite pezze o gommini come si fa con le camere d’aria delle bici, e la gomma è di nuovo a posto. Fa pagare queste riparazioni una decina di euro, non ci guadagna un gran ché, fa pure una bella figura.

Ma allora perché Ivan fa così? Semplice: perché si annoia terribilmente. Perché vuole scambiare due parole con qualcuno. Perché vuole farsi raccontare cosa fa la gente, dove va, come sta. Perché si sente un po’ solo. Perché vuole offrire un caffè con la sua macchinetta Lavazza comprata apposta. Perché qualche ragazza interessante ogni tanto capita e chissà, da cosa nasce cosa. Sì, ma cosa?

Per esempio Ivan non sa cosa farà a capodanno (anzi purtroppo lo immagina: l’ennesimo giro notturno a seminare chiodi in giro) e se avesse una vita più impegnata avrebbe almeno qualcuno con cui smezzare la noia. È il 31 dicembre pomeriggio inoltrato e si prospetta un’altra serata casalinga, magari con pizza d’asporto e lattina di birra per festeggiare il solito anno nuovo.

Sta quasi per chiudere bottega quando all’improvviso accade il miracolo. Arriva un’auto, inchioda davanti alla sua officina rischiando un tamponamento, parcheggia malissimo sulle strisce gialle, esce una ragazza che avrà venticinquetrent’anni, capelli mezzi biondi mezzi viola, trucco pesante sotto i grandi occhi nocciola, non bellissima ma neanche male. Piccolina, un cappotto la copre tutta anche se quella cerniera sul petto deve sforzarsi un po’ per star chiusa. Non parla neanche bene l’italiano, mon dieu, è francese.

Lei si fa capire con il suo italiano stentato, gli dice che sarebbe très important riparare l’auto subito. Ivan si mette all’opera, intanto le chiede cosa ci fa da queste parti una francese l’ultimo giorno dell’anno. Lei dice che sta raggiungendo gli amici italiani, e stasera andranno a una serata formidable ad Alassio. Per questo le serve la macchina, si sta facendo trop tard e rischia di perdersi la festa di capodanno. Ivan si dà da fare e le offre anche il caffè della macchinetta.

Finisce in fretta, la francese è contentissima, spalanca un sorriso niente male, brillano gli occhioni nocciola, un gommista le ha salvato la vita, piena di riconoscenza gli dice che non sa come ringraziarlo, ora deve scappare perché non può perdersi la serata, “pourquoi non viens anche tu?” E gli dice il locale e l’indirizzo. Ivan non sa/non risponde, l’ipotesi gli sembra troppo strampalata e dettata dall’impulso del momento, senza contare che lui non ha salvato proprio nessuno, semmai dovrebbe ammettere che il guaio è responsabilità sua. Si salutano in francese e la ragazza rientra in auto e riparte a scossoni rischiando un altro incidente mentre si rimette sulla via Aurelia.

Ore 20, Ivan ci pensa. Ore 21, Ivan ci ripensa. Ore 22, Ivan finisce pizza finisce birra ma non finisce di pensare. Francese. Sola. Carina, quasi bella. Tecnicamente mi ha invitato. Ci saranno i suoi amici, certo, ma molte altre persone con cui confondersi per non sentirmi il solito disperato. Che faccio, vado? Rischio di fare la figura dello sfigato o forse il destino mi sta dando un segnale?

Tutti vogliamo che Ivan finalmente si lanci. I lettori di questa storia stanno tifando “Vai! Vai! Vai!” Forse influenzato da questo karma metanarrativo, Ivan davvero si decide, si mette la camicia bianca, i pantaloni stretti, le scarpe nuove, beve un caffè, sale in auto e parte solitario all’assalto di Alassio.

Alza il volume dell’autoradio per distrarsi, gasarsi, intanto nella sua testa parte il film di quando rivedrà la francese dai capelli mezzi viola. Lo riconoscerà? Sarà contenta o un po’ imbarazzata? Ci berremo qualcosa insieme? Chissà se ci sta? Ce l’ho un condom da qualche parte? Possibilmente non scaduto?

Vola la sua immaginazione, pompano le casse. Ma a un certo punto si spompa la macchina, sembra andare più lentamente, con sforzo, il volante si inclina per i fatti suoi. Abbiamo tutti capito cosa è successo, e anche lui cade dalle nuvole, realizza l’accaduto e dice “Oh no!”

La morale di questa storia non è “chi di chiodo ferisce di chiodo perisce”, e neanche “chi la fa l’aspetti” o cose del genere. Se c’è un senso in tutto ciò è che “è sacrosanto aiutare la fortuna. Ma stacci dentro!”

Ivan scende dalla macchina e va a esaminare la gomma che si sta sgonfiando, forata da uno degli stessi chiodi che lui aveva sparso, cui per una volta si era dimenticato di fare attenzione, tutto preso dalla sua inedita eccitazione. Il copertone, assieme all’umore, si ammoscia impercettibilmente. Entro la mezzanotte del capodanno 2016 sarà completamente giù.

Gli cade lo sguardo sulla marca del pneumatico: Goodyear.

Paolo Plinio Albera

Muovo i primi passi falsi nella musica scrivendo canzoni.
Trovo quindi la mia strada sbagliata nella scrittura e nella creatività.
In poco tempo faccio passi indietro da gigante, e oggi ho un blog: il MySpiace.

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