Società & costume

Erba

    

Situazione n.1

Martedì, mercoledì, qualunquedì, era un piacere andare a fare la spesa al supermercato. C’era lei: la commessa del reparto ortofrutta. Bella non bellissima, un camice troppo grosso da commessa del reparto ortofrutta le nascondeva fianchi seno e tutto il resto ma non il faccino biondino furbetto con l’aria di quella che in qualunque momento se vuole può andarsene che ne so a Berlino e che ne so fare l’artista pitturandosi le tette. Non ho mai mangiato tanta verdura come in quel periodo, ero praticamente vegetariano. Andavo sempre a farmi pesare l’insalata solo per sfoggiare il mio sorriso migliore e avere in cambio il suo e magari improvvisare qualche parola in più che ovviamente non mi veniva mai in mente che fa rima con niente.

Situazione n.2

Un venerdì o sabatodì, ancora notte, quasi mattina. Ero fuso perso, avevo cenato con la mia sista che aveva cucinato la besciamella alla marijuana usando le ricette su internet, forse esagerando un po’ con le dosi, sono rimasto in botta tutta la notte. Ero da Giancarlo quando la trona mi stava passando, non era la situazione ideale perché stavo tornando lucido ma tutti attorno a me erano ubriachi. A un tratto eccola, la commessa, inconfondibile il suo faccino, prevedibile ma comunque inaspettato trovarla in questo locale. Ci riconosciamo, lei viene a salutarmi, ad abbracciarmi, bacio dx/sx come se fossimo amicici. Mi racconta la sua vita, che ormai ha abbandonato il supermercato perché vuole sentirsi libbera (già me la immagino a Berlino, nei circoli di artisti, con le tette pitturate), mi parla vicino, mi chiede il numero! Ci sta? Non ci sta? Neanche il tempo di formulare l’ovvia ipotesi che si materializza una legione di suoi noiosi amici manici… lascio stare ma ah! non finisce qui!

Situazione n.3

E infatti. Il giorno dopo (domenicadì?) mi arriva un sms. E’ lei! Sento un’impennata di ego, autostima, fiducia nel mio fascino e altro ma… ha sbagliato destinatario, scrive a una tale per venderle prodotti Herbalife. Herbalife? Ecco che qualunque tipo di impennata improvvisamente scema. Che scema. Stizzito le rispondo che ha sbagliato numero e che io sono quello del supermercato, cioè quello di Giancarlo, insomma quello lì. E lei, “Paolo perdonami. Adesso però so come ti devo memorizzare! Sicuro a presto con nuovi prodotti per te! Baci!” Vabbè, baci, baci. Finisce dunque nel niente anche quest’altro ennesimo inglorioso scorcio di fatti miei.

Anni dopo, solo oggi colgo il comun denominatore tra la situazione 1 (reparto ortofrutta), situazione 2 (besciamella con ganja) e situazione 3 (herbalife): l’erba, nelle sue varie declinazioni.

Paolo Plinio Albera

Muovo i primi passi falsi nella musica scrivendo canzoni.
Trovo quindi la mia strada sbagliata nella scrittura e nella creatività.
In poco tempo faccio passi indietro da gigante, e oggi ho un blog: il MySpiace.

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