La prima è l’affascinante universo delle colonne sonore. Cambiano i registi, cambiano gli attori, cambiano le bond girls, ma restano alcuni elementi ricorrenti a garantire continuità alla saga, non solo chessò la Spectre, il superiore di Bond e la segretaria, il Martini bianco e quant’altro, ma anche l’“immaginario sonoro” che commenta i film. A partire dal classico tema composto da John Barry, autore anche di molte canzoni storiche della filmografia, come le famose “Goldfinger” cantata da Shirley Bassey o “Si vive solo due volte” cantata da Nancy Sinatra, è interessante sentire come gli artisti che nel corso del tempo sono stati invitati a contribuire alla colonna sonora si siano cimentati in quel tipico “genere 007”, squisitamente retrò, con solenni frasi orchestrali in primo piano, melodie sciantose e liriche vagheggianti amori “pericolosi”. Esempi più e meno recenti: “The world is not enough” dei Garbage, “Live and let die” di Paul McCartney, “Tomorrow never dies” di Sheryl Crow, “Goldeneye” di Tina Turner. Quando da bambino ho iniziato a suonare la chitarra, la mia ambizione massima era comporre una colonna sonora di 007. Ora che sono bambino solo più nel cervello, potrei comunque compormela da solo, senza disturbare nessuno, bevendo senz’altro il mio Martini.
La seconda cosa è il mio momento preferito dei film, cioè quello in cui (perchè un po’ in tutti i film di 007 arriva il momento in cui) gli infallibili tecnici dei servizi segreti britannici dotano James Bond di uno speciale equipaggiamento di oggetti che sembrano normali ma se si spinge un certo bottone o se si tira una certa levetta si trasformano in, chessò, una pericolosa arma o un arnese con chissà quale funzione. Il bello è che subito sembrano invenzioni talmente bizzarre che nessun agente segreto della storia del cinema avrebbe mai occasione di usare. E invece quando meno te lo aspetti arriva il momento in cui 007 ha bisogno esattamente di quell’oggetto lì, lo adopera alla perfezione risolvendo così con successo le situazioni più pericolose, tanto da chiederti come avessero fatto gli infallibili tecnici dei servizi segreti britannici a prevedere proprio quella circostanza in cui serviva nient’altro che quella cosa lì.
Ma la verità è che non ho mai visto un film di 007 dall’inizio alla fine, causa ripetuti colpi di sonno. Non ho mai letto un libro di Ian Fleming, e al Martini bianco preferisco quello rosso. Parlo di cose che non so, sperando di dare l’impressione di saperle, e se per caso si capisse che non le so, che almeno si sappia che so di non saperle.
ma la lista dei gadget è spettacolare, neanche l’ispettore gadget poteva fare meglio! Ah, a proposito della colonna sonora: il meglio sarebbe un film in cui la suonano i bluebeaterso o i Monaci del Surf, mammamia che spettacolo. Ok, fantastico troppo forse.
Sono commosso
miglio, are you alive!
lo so, ci voleva il punto interrogativo
ci si vede sabato
implemento la digressione con questo http://www.ilpost.it/2012/10/18/11-canzoni-di-james-bond/