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Pop Rock

Cosa sono gli “album gemelli”, più o meno

I cosiddetti “album gemelli” sono una sub-para-sottocategoria discografica che non esiste, se non a livello colloquiale tra nerd della musica, e che non è mai stata codificata in un paradigma rigoroso e preciso. Un paradigma che anche stavolta, ovviamente, non troverete. Mi sono comunque impegnato a stilare un decalogo di caratteristiche per definire questo qualcosa che non esiste ma intuitivamente sappiamo cos’è. E se sappiamo cos’è, allora è inutile continuare a leggere, direte; vero, ma potete pur sempre controllare che ciò che dico corrisponda all’idea che ne avete voi, cari rigorosi nerd della musica.

1.

Gli “album gemelli” sono una coppia di album che è considerata un po’ a metà tra il doppio album e l’album singolo classico. Ciascuno dei due album è autosufficiente e con una storia a sé, una propria promozione e un proprio tour e ogni cerimonia del caso, ma quando si parla dell’uno è inevitabile parlare anche dell’altro. 

2.

Vengono pubblicati a brevissima distanza l’uno dall’altro, meno di un anno. 

3.

Mentre per il primo c’è una lunga attesa, l’uscita del secondo pochi mesi dopo coglie tutti di sorpresa. I più svelti scrivono già “l’album gemello di… (titolo album precedente)”. 

4.

[Caso limite: viene annunciata subito l’uscita dell’uno e dell’altro distribuiti nel tempo. Questo vuol dire solo una cosa: la band voleva fare un doppio album, ma la casa discografica gli ha risposto “voi siete pazzi, artistoidi degeneri, ve lo impediremo in tutti i modi!”]

5.

Hanno un piccolo fil rouge che li lega, può essere un dettaglio grafico come la copertina simile o il logo della band, oppure la stessa canzone in due versioni differenti, oppure le stesse sessioni di registrazione nello stesso posto e nello stesso periodo. 

6.

A riascoltarli dopo tanto tempo, sinceramente non è che ti ricordi esattamente quali pezzi ci fossero nell’uno e quali nell’altro. Ti ricordi un po’ tutto l’insieme, e pensi “bei tempi và”.

7.

Ce n’è uno più bello e uno più simpatico. 

8.

Tratto tipico degli “album gemelli” è che tutti pensano che il primo contenga le canzoni migliori, e il secondo gli scarti del primo. Ovviamente la band dice che non è vero. 

9.

La band nelle interviste dice: “oh, beh, dopo tanto tempo ci siamo ritrovati in studio e abbiamo riscoperto un’alchimia pazzesca, il piacere di suonare insieme… è stato un periodo di straordinaria creatività… con la nostra musica non vogliamo porci limiti… avevamo materiale sufficiente per un altro album, e allora ci siamo detti, perché no?” Insomma tutto il tema della prolificità, dell’amalgama ritrovato, della voglia di fare; un momento eccezionalmente fertile che però prelude all’inevitabile ultima regola:

10.

Gli album gemelli prosciugano l’ispirazione dei musicisti. Per lunghi anni non torneranno a comporre. Oppure, nel caso lo facciano, i risultati saranno un po’ al di sotto dei loro standard. Gli album gemelli accadono una sola volta in carriera: fatti una volta, non si rifanno più.

Esempi di album gemelli

Esempi praeclari sono:

  • Kid A e Amnesiac dei Radiohead (ne avevo parlato in occasione della ristampa)
  • Unlimited love e The return of the dream canteen dei Red Hot Chili Peppers
  • Mezmerize e Hypnotize dei System Of A Down
  • Endkadenz vol. 1 e vol. 2 dei Verdena possono essere definiti gemelli? Forse è un caso limite.
  • Keep you close e Following sea dei dEUS. Quest’ultimo anche in un altro aspetto può dirsi Album Gemelli: è uscito il 1 giugno, nel 2012. Battuta astrologica a parte (sorry) sono particolarmente affezionato a questi due dischi; benché non siano così noti come gli altri in elenco, sono i primi che mi vengono in mente quando si parla di “album gemelli”.

Dopo gli album gemelli del 2011/2012, i dEUS hanno aspettato undici anni prima di pubblicare un nuovo album, How to replace it, uscito il 17 febbraio 2023. Il 29 marzo suonano a Milano ai Magazzini Generali.

Se volete aggiungere esempi che vi piacciono, oppure dire la vostra 11^ regola d’oro che definisce la categoria, ci vediamo nei commenti, o qui o su Instagram o su Facebook o persino sul canale Telegram che ho aperto da poco, insomma un po’ dove vi pare tra le piatte forme virtuali, ma anche se ci incontriamo in giro va bene!

Paolo Plinio Albera

Muovo i primi passi falsi nella musica scrivendo canzoni.
Trovo quindi la mia strada sbagliata nella scrittura e nella creatività.
In poco tempo faccio passi indietro da gigante, e oggi ho un blog: il MySpiace.

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3 commenti

  1. Avevo pensato proprio a quei 2 dei Radiohead.

  2. Poi ci sono quei dischi con versioni alternative tipo Masseduction e Masseducation.

    1. Questo è un ampio capitolo che si potrebbe aprire. Ricordo che poco dopo Masseducation era uscito uno di Cremonini che aveva fatto una cosa simile

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