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Addio corso Taranto

Addio Corso Taranto Torino

Addio corso Taranto, addio lavoro a tempo determinato, addio inverno. Addio periferia di nessun nord. Addio colleghe e colleghi provvisori e indeterminati. Addio traversate da una parte all’altra del globo cittadino. Addio mercato, addio Mercatò. Addio macchinetta del caffè a 35 centesimi, addio mutua.

Le file di casermoni giallini e arancio sono identiche e indistinguibili, l’unica differenza è il numero civico. Qualche madonna qua e là.

Il mercato sparso, sgonfio e trascurato anche da me, ha ombrelli giganti e sproporzionati sotto i quali un giorno allestirò l’Expo dei miei lavori precari.

I campi da basket in cemento hanno giocatori pochi e scarsi. I bar hanno qualcosa da nascondere. I giovani sono troppo giovani, i vecchi sono troppo vecchi, le età sono periferiche ma comunque la virtù raramente sta nel mezzo.

Ho lavorato con serenità, tutti sono stati gentili con me anche se non sono un grande comunicatore. Tre mesi appena iniziati appena finiti. Ora bisogna cercare altri tre mesi da qualche altra parte!

Impossibile ripassare, neanche per caso, neanche perdendosi. Così come lo lascio, così rimarrà, in saecula saeculorum forever and ever. Addio corso Taranto, non ti ho amato, ti ho voluto bene.

Paolo Plinio Albera

Muovo i primi passi falsi nella musica scrivendo canzoni.
Trovo quindi la mia strada sbagliata nella scrittura e nella creatività.
In poco tempo faccio passi indietro da gigante, e oggi ho un blog: il MySpiace.

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